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Con il Jobs Act in Friuli Venezia Giulia 12 mila “indeterminati” in più

L’effetto Jobs Act in Friuli Venezia Giulia? Oltre 12mila lavoratori a tempo indeterminato in più (+5,5% contro una media nazionale del +7,4%), con particolare incremento nella Venezia Giulia, nella fascia under 30 (+17,8%) e in quella over 60 (+15,4%). Quanto ai settori, il maggiore aumento si riscontra nella ristorazione (+25,2%), quindi l’assistenza sociale non residenziale (+17,4%). Lo rileva una rielaborazione Ires Fvg curata dal ricercatore Alessandro Russo su dati dell’archivio amministrativo Inps delle denunce retributive mensili.

Nota
I dati riguardano il settore privato non agricolo, ad esclusione del lavoro domestico; vengono considerati i lavoratori che hanno avuto almeno un versamento contributivo per lavoro dipendente nel mese di riferimento.

Il contesto nazionale

Nel 2015 l’occupazione a tempo indeterminato è tornata a crescere dopo anni di declino, favorita dagli incentivi concessi alle imprese che prevedevano l’abbattimento dei contributi previdenziali a carico del datore di lavoro (fino a 8.060 euro all’anno per tre anni). Da marzo 2015, con il Jobs Act, è inoltre entrato in vigore il cosiddetto contratto a tutele crescenti, con cui è stata introdotta una nuova regolamentazione dei licenziamenti individuali e collettivi. «Appare pertanto interessante confrontare la situazione precedente all’introduzione di tali provvedimenti con gli ultimi dati attualmente disponibili, relativi alla fine dell’anno scorso – sottolinea Russo –, per comprendere gli effetti che hanno avuto sull’occupazione».

Il numero di occupati dipendenti impiegati nel settore privato nel mese di dicembre 2015, rispetto allo stesso mese dell’anno precedente, è aumentato di 439.000 unità a livello nazionale (+3,7%). All’interno del lavoro subordinato, inoltre, si registra una crescita di quasi 714.000 unità dei tempi indeterminati (+7,4%), che compensa ampiamente le diminuzioni dei lavoratori con un contratto a tempo determinato (-12,6%) e in apprendistato (-14,6%). Per quanto riguarda i soli lavoratori a tempo indeterminato, gli incrementi più consistenti si registrano nelle regioni del Sud e del Centro, in particolare in Basilicata, Campania e Lazio con variazioni superiori al 12%. Le province di Salerno, Benevento e Matera sono quelle che presentano le crescite maggiori a livello nazionale, con valori che superano il 14%. La crescita della Basilicata è stata trainata dalla ripresa del settore automobilistico (in provincia di Potenza ha sede lo stabilimento Fiat di Melfi) e dal comparto edile, in Campania e Lazio si concentra soprattutto nel commercio e nella ristorazione. Agli ultimi posti si trovano le regioni del Nord, tra cui il Fvg, con aumenti generalmente inferiori al 6%.

Il contesto regionale

Anche in regione il 2015 ha segnato un’inversione di tendenza rispetto agli anni precedenti, in quanto per la prima volta dall’inizio della crisi l’occupazione a tempo indeterminato è cresciuta sensibilmente (+12.200 unità, pari a +5,5%), con un’intensità particolarmente accentuata alla fine dell’anno. A dicembre 2015, infatti, il numero di occupati a tempo indeterminato nel settore privato extra agricolo in regione risultava pari a poco meno di 235.000, a segnare il ritorno ai livelli di quattro anni prima. Per un confronto con la situazione precedente alla crisi economica, si può comunque rilevare che nel 2008 il numero di occupati a tempo indeterminato aveva superato le 240.000 unità.

L’effetto netto sull’occupazione risulta più contenuto, in quanto sempre nello stesso periodo è diminuita in maniera consistente l’occupazione in apprendistato (-12,4% e oltre 1.000 unità in meno) e quella a tempo determinato (-11,9% e -4.600 unità). I dati illustrati suggeriscono infatti che una parte consistente della crescita dell’occupazione a tempo indeterminato abbia riguardato la stabilizzazione di persone che già lavoravano con un contratto a termine o magari di collaborazione con le stesse imprese che poi le hanno assunte nel corso del 2015. Si può anche osservare che in proporzione è cresciuta di più l’occupazione stabile ma con un orario di lavoro ridotto; infatti gli occupati part-time sono aumentati dell’11,2%, contro il +3,7% di quelli a tempo pieno. In termini di genere, invece, la crescita dell’occupazione a tempo indeterminato si è distribuita in maniera uniforme (+5,3% per le donne, +5,6% per gli uomini). L’analisi congiunta per sesso e tipologia di orario di lavoro mostra inoltre un aumento particolarmente sostenuto del part-time tra gli uomini +25,8%.

Fasce d’età

Per quanto riguarda l’età degli occupati a tempo indeterminato, gli incrementi più sostenuti si riscontrano tra i giovani under 30 (+17,8%), in quanto le imprese hanno fatto spesso ricorso a questa tipologia contrattuale in alternativa all’apprendistato, e tra gli over 60 (+15,4%).

Settori
L’unico settore che non ha evidenziato una netta crescita dell’occupazione a tempo indeterminato è stato quello dell’edilizia, che presenta un saldo positivo di appena 82 unità tra dicembre 2014 e dicembre 2015 (+0,7%). La dinamica della regione in questo comparto si contrappone alla sensibile espansione registrata a livello nazionale (+8,4% e 49.000 occupati a tempo indeterminato in più).

Al contrario, un incremento superiore alla media si rileva nell’ambito del terziario (+8,1%); più nel dettaglio le attività dei servizi di ristorazione presentano il maggiore aumento in termini assoluti degli occupati a tempo indeterminato (oltre 2.300 unità, +25,2%). Anche a livello nazionale la ristorazione è uno dei comparti in cui nel 2015 si è maggiormente concentrata la crescita dell’occupazione a tempo indeterminato, assieme al commercio al dettaglio. «Peraltro – rileva Russo – nei settori della ristorazione e del commercio è fortemente aumentata l’occupazione a tempo indeterminato part-time; interessante notare che si tratta anche di due ambiti di attività economica dove è notevolmente diffuso il ricorso ai voucher per retribuire i lavoratori».

Tornando al contesto regionale si può osservare che l’industria e il commercio presentano aumenti analoghi in termini percentuali, in entrambi i casi pari a +4,1%. Sempre nell’ambito dei servizi anche l’assistenza sociale non residenziale presenta un incremento significativo, pari a oltre 830 occupati a tempo indeterminato in più (+17,4%) nel periodo in esame; si tratta di un settore che comprende le attività di assistenza rivolte sia ad anziani e disabili, sia ai minori (ad esempio gli asili nido).

Le province

A livello territoriale nelle province di Gorizia e Trieste si registrano le variazioni di maggiore entità (rispettivamente +7,4% e +6,9%), mentre Udine e Pordenone evidenziano risultati inferiori alla media regionale (+5% e +4,6%). Nelle province di Gorizia e Trieste, a differenza delle altre due, si osserva infatti una crescita dell’occupazione a tempo indeterminato sia nell’edilizia (nello specifico nei lavori di costruzione specializzati, ad esempio nelle attività di impiantistica idraulica, elettrica, nei lavori di completamento e di finitura degli edifici), sia nel manifatturiero (soprattutto nella cantieristica navale, nelle produzioni in metallo, nell’industria elettronica, nelle attività di riparazione, manutenzione e installazione di macchine e apparecchiature).

Le tendenze 2016

Pur non disponendo ancora dei dati riferiti al 2016, è possibile almeno prevedere l’andamento dell’occupazione a tempo indeterminato in base ai flussi relativi alle assunzioni e alle interruzioni dei rapporti di lavoro. Bisogna ricordare che con la legge di stabilità 2016 è stata introdotta una nuova forma di incentivo rivolta alle assunzioni a tempo indeterminato e alle trasformazioni di contratti a termine di lavoratori che, nei sei mesi precedenti, non hanno avuto rapporti di lavoro a tempo indeterminato. La misura dell’agevolazione prevedeva per tutto il 2016 l’abbattimento dei contributi previdenziali a carico del datore di lavoro (esclusi i premi Inail) in misura pari al 40% (entro il limite annuo di 3.250 euro, contro gli 8.060 euro dell’anno precedente) per un biennio dalla data di assunzione (nel 2015 la durata era pari ad un triennio). Nei primi dieci mesi dell’anno, secondo l’Inps, in Friuli Venezia Giulia si sono registrate 22.300 tra assunzioni a tempo indeterminato e trasformazioni dal tempo determinato o dall’apprendistato, a fronte di 22.600 cessazioni; la differenza è pertanto negativa per circa 300 unità. A livello nazionale, sempre da gennaio a ottobre 2016, il saldo risulta invece ancora positivo (+61.640 unità). In base ai dati attualmente disponibili, dunque, nel 2016 l’occupazione a tempo indeterminato sarebbe in lieve diminuzione nella nostra regione, ma tale tendenza negativa intaccherebbe solo in minima parte la notevole crescita acquisita nell’anno precedente.