La Carnia piange il suo cantore Leonardo Zanier
Lutto nel mondo della cultura del Friuli. Ieri sera, sabato 29 aprile, è morto infatti Leonardo Zanier, poeta, scrittore, intellettuale, originario del paese di Maranzanis del comune carnico di Comeglians dove era nato nel 1935. L’ultimo saluto da oggi nella biblioteca della sua casa di Riva San Vitale in via del l’inglese in Ticino. I funerali martedì, al crematorio di Lugano. Leo viveva da tempo in Svizzera.
Zanier è stato sindacalista, animatore e mediatore culturale, esperto di formazione degli adulti, di emigrazione e di sviluppo locale. Era molto conosciuto sia in Friuli che al di fuori dei confini della regione e dell’Italia. Molte delle sua paesie sono state musicate e tradotte nelle principali lingue europee. Celebre il suo “Libers… di scugî lâ”, ovvero “Liberi… di dover partire” del 1964: un racconto sull’emigrazione carnica dei primi anni Sessanta.
Ideò l’albergo diffuso in Italia
Dal 1981 aveva ricoperto la carica di segretario di CoopSind, emanazione della Cgil e della Lega delle cooperative per la formazione e la promozione di imprese cooperative. Per un lungo periodo ha seguito per l’Unione Europea progetti di sviluppo locale contro la povertà e l’esclusione. «Dalla mia esperienza a Bruxelles è nata l’idea dell’albergo diffuso. Erano gli anni 1977 e 1978. Cosa si poteva fare per la Carnia? Qui, dopo una rapida analisi, emergeva una disponibilità di spazio abitativo in rapporto agli abitanti da Beverly Hills: 400 metri quadrati per residente. Tanti non ci credevano, all’inizio, al progetto dell’albergo diffuso; fu un piano pilota e ci contattarono da diverse regioni d’Italia poi, per capire come funzionava e come realizzarlo nelle loro terre». Raccontava in un’intervista a Il Gazzettino nel 2010.
I temi dell’emigrazione
«Mi hanno chiamato a parlare in una scuola, l’altro giorno, alle medie di Rigolato e Prato Carnico. Ci siamo chiesti, tutti assieme, quale possa essere il futuro di questi ragazzi in queste terre – raccontava -. E tra le risposte c’è anche quella di una possibile nuova emigrazione. Il quadro di oggi però è diverso perché si affianca a quello di una nuova immigrazione: il 30% degli iscritti alla Cassa edile di Udine sono immigrati mentre 10 anni fa non ce n’era nessuno. Il fenomeno che comincia a farsi avanti qui, in Svizzera è già evidente: nel settore dell’edilizia il 70-80% degli iscritti è straniero. Quello che fa spavento, in Italia, è come il fenomeno dell’immigrazione sia stato strumentalizzato e nel modo peggiore».
«Vergognoso non volere lo straniero ma usarlo poi per il lavoro nero. In Svizzera c’erano sì, dei meccanismi di controllo per la gestione del fenomeno ma molto più razionali – raccontava nella sua casa di Maranzanis -. Lì, poi, viene realmente punito e perseguito chi dà lavoro nero alle maestranze e non queste ultime, costrette spesso da condizioni difficili ad accettare di lavorare senza regolarizzazione. Sono felice di vedere, oggi, rispetto al passato, la presenza nel sindacato di persone immigrate, kosovari, africani, che si sono bene integrati. Hanno sviluppato un forte senso di appartenenza, sono competenti e preparati. Il sindacato resta luogo privilegiato, oggi come ieri, di incontro tra il lavoratore emigrato e il Paese in cui è venuto a vivere».
Se voleva così tanto bene alla sua Carnia perché viveva in Svizzera?
Ipocrisia
Purtroppo non hai potuto più al 1° maggio di quest’anno. La tua data di morte è simbolica. Ti ricorderemo e i tuoi interventi: sindacalista per sempre. La tua poesia entusiasma anche mio figlio e l’ha portato a scrivere. Il tuo umanesimo e il tuo pensiero nel tema della migrazione ci servirebbe oggi più che mai.