La Cgil proclama lo stato di agitazione nell’Azienda Sanitaria Friuli Centrale
La grave carenza di personale, senza l’avvio di un programma straordinario di reclutamento di personale in tempi brevi; la mancata definizione di accordi completi sui fondi di Produttività; l’assenza di un piano chiaro e all’altezza della situazione per l’abbattimento delle liste di attesa.
Sono le motivazioni dello stato di agitazione proclamato dalla Funzione pubblica Cgil nei confronti dell’Azienda sanitaria universitaria Friuli centrale, il cui avvio è stato comunicato formalmente ieri al direttore generale dell’Asufc, al Prefetto di Udine e alla Commissione di vigilanza per l’attuazione della legge sullo sciopero nei servizi essenziali.
«A oggi – spiega il segretario provinciale della Fp-Cgil Andrea Traunero – non è stato ancora convocato un tavolo per poter discutere dei fondi contrattuali relativi al 2021, sui quali siamo veramente fuori tempo massimo, visto che non sono stati costituiti. A oggi, inoltre, il personale non sa quale parte di quei fondi sarà destinata allo straordinario prodotto nel 2021, quanto al premio di produttività per il 2021 e quanto per altri istituti contrattuali».
Massima incertezza, per la Cgil, anche sui piani di assunzione e su come, rimarca Traunero, «l’azienda intenda muoversi per abbattere le liste d’attesa, ovvero se si voglia soltanto aumentare il ricorso al privato convenzionato, come sembrerebbe, o se si voglia inseguire l’obiettivo anche attraverso un potenziamento delle assunzioni e degli incentivi al personale».