La Cisl Friuli Venezia Giulia verso la regionalizzazione
Unanime condivisione del Consiglio generale della Cisl Alto Friuli, riunitosi nei giorni scorsi a Gemona del Friuli, al processo di “regionalizzazione” del sindacato, così come deliberato all’unanimità il 12 dicembre scorso, alla presenza del Segretario generale Annamaria Furlan, dal gruppo dirigente del Friuli Venezia Giulia. “Si è aperto un percorso complesso e coraggioso – ha spiegato il Segretario generale Franco Colautti (nella foto) – che come fine ultimo ha l’obiettivo di arrivare al miglioramento dei servizi per i nostri soci; ad un taglio netto dei livelli dirigenziali e ad una diversa articolazione e gestione delle attuali Unioni Sindacali Territoriali”. Colautti ha assicurato al contempo che “la Cisl in Alto Friuli continuerà ad essere presente e battagliera nella nuova forma di Area Sindacale Territoriale che, con i suoi delegati di fabbrica ed attivisti dei pensionati, con i rappresentanti delle varie Categorie, con i suoi sportelli e servizi, e con la presenza nella futura segreteria regionale, garantirà alle lavoratrici, ai lavoratori ed ai pensionati di queste terre la giusta rappresentanza”.
Concetti e garanzie ribadite dal Segretario generale regionale cislino, Giovanni Fania, presente alla riunione assieme componente di Segreteria Alberto Monticco: “la dimensione regionale che andremo a raggiungere con il percorso congressuale 2017 – ha spiegato Fania – permetterà un’adeguata programmazione, formazione, economia di scala e di specializzazione per i servizi. Un’operazione radicale che genererà consistenti risorse, sia monetarie (si stima, dalla manovra, un risparmio del 30% dei costi), sia di personale, da riversare direttamente sulla prima linea, sui territori, per le attività sindacali nei posti di lavoro ed, in generale, tra la gente”. Paradossalmente, ha poi aggiunto, “il processo è tutt’altro che accentratore e non escludiamo che, non appena le Uti (Unioni Territoriali Intercomunali) andranno a regime, per i vari territori dell’Alto Friuli ci possa essere un referente di zona”
Il Segretario generale della Cisl Alto Friuli, nella sua relazione ha illustrato al Consiglio l’andamento del tesseramento del sindacato (oltre 17.300 iscritti al 31 dicembre 2016), sottolineando l’apporto al proselitismo del sistema dei servizi, e lo stato generale del suo comprensorio, che raggruppa 63 comuni distribuiti tra Carnia, Tarvisiano, Gemonese, Sandanielese e Tarcentino: 136 mila abitanti al 31 dicembre 2015 (l’11,2% della popolazione regionale, ben 13 mila in meno dal censimento 1981, ovvero dalla costituzione dell’Unione, ma che allo stesso tempo occupano il 36,8% della sua superficie, con una densità quindi pari a 47,2 abitanti per kmq, contro la media regionale di 155,4.
Un territorio dunque che per la sua parte più montana continua a spopolarsi, e registra un costante depauperamento di servizi – più volte denunciato dalla Cisl Alto Friuli – ma che dall’ultima rilevazione del Mercato del Lavoro (III Trimestre 2016) ha visto un saldo occupazionale positivo tra assunzioni e cessazioni (+631), trainato soprattuto dai settori del Terziario e del Metalmeccanico, mentre per quanto riguarda la storica vocazione all’edilizia, i numeri si mantengono drammatici: dagli ultimi dati a disposizione dalla Cassa edile di Udine, ad inizio dicembre 2016 il numero delle imprese medie mensili in provincia è sceso ancora, a quota 737, contro le 803 del 2015 (-8,2%) e le 1.335 del 2008 (-44,8%); stesso discorso per il numero di lavoratori denunciati: sono 3.338 contro i 3.736 del 2015 (-10,6%) e i 6.528 del 2008 (-48,8%). Pure per le ore dichiarate il quadro non cambia con la media mensile che si attesta sulle 367.743 contro le 402.191 del 2015 (-8,6%) e le 798.607 del 2008 (-53,9%). Ma per questo ultimo aspetto è interessante notare delle forti oscillazioni percentuali in fatto di variazioni rispetto al mese precendente: mentre infatti il numero di lavoratori denunciati nel corso del 2016 è rimasto lineare, le ore lavorate dichiarate presentano picchi altalenanti. “Un fenomeno da tenere sotto osservazione – ha sottolineato il membro della Segreteria Alto Friuli Valentino Bertossi – perché potrebbe celare forme di lavoro “grigio. L’auspicio per il 2017 è che gli investimenti pubblici messi in campo come per la Terza Corsia o per ospedali ed altre infrastrutture possa permettere di far lavorare le aziende del territorio, e naturalmente i loro lavoratori; allo stesso modo – conclude Bertossi – molte speranze sono riposte nella ripresa dell’edilizia residenziale grazie agli incentivi e ai contributi in fatto di prima casa, risparmio energetico, efficientamento, sicurezza antisismica. Dobbiamo assolutamente scongiurare la perdita di professionalità dei nostri muratori e carpentieri”.
“In conclusione – commenta Colautti – il Congresso che la Cisl del Friuli Venezia Giulia si appresta a celebrare con l’apporto costruttivo e partecipativo anche dell’Alto Friuli, rappresenterà una vera svolta riformatrice per il nostro sindacato che, oltre che a dichiararne la necessità come molti fanno da tempo, praticherà con i fatti, augurandoci che possa essere esempio contaminatore”.