La Fava di Sauris, una coltivazione che risale alla notte dei tempi
Proprio nel punto in cui la Val Lumiei si apre sui verdissimi prati che si perdono a vista d’occhio, ha trovato le condizioni ideali per crescere una particolare varietà di fava, la Fava di Sauris-Zahre, nel dialetto locale “Zaharar poan”.
Una varietà insostituibile, che la rende unica e preziosa grazie alla sua capacità di crescere ad alta quota e che per per secoli gli agricoltori locali hanno selezionato, conservato e riprodotto dai semi dalle piante migliori, sta per diventare presidio Slowfood a salvaguardia e valorizzazione di questa produzione tipica locale.
Il primo documento che testimonia la sua coltivazione nella zona risale al 1683, nei diari di un pellegrino della Frattina che descrive le coltivazioni del luogo: “formenti, segalle e fave”. In un menù settimanale del 1819, conservato nell’archivio comunale di Sauris, sono presenti sei giorni su sette, addirittura in due pasti nella stessa giornata. Alcune foto dei primi del ‘900 testimoniano inoltre la presenza delle seccaiole o “kheisn”, le strutture dove erano fatte seccare le piante, usate ancora oggi a questo scopo.
I piatti tradizionali per eccellenza sono la minestra di fave e le fave lesse condite con il burro. Tra i molti usi, le fave possono essere tostate e macinate per diventare un’ottima farina per fare pane o polenta (unita ai cereali) e perfino surrogato del caffè.
(notizia e foto tratte dalla pagina Facebook della Regione Friuli Venezia Giulia)