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La figura dell’architetto Domenico Schiavi in un convegno a Tolmezzo

La figura di Domenico Schiavi, architetto del Settecento il cui nome è legato alla progettazione di alcuni dei più importanti luoghi di culto del Friuli e dell’Istria, sarà al centro di un convegno che si terrà sabato 3 febbraio a Tolmezzo, alle ore 15, nella sala conferenze dell’Unione territoriale intercomunale della Carnia.

Nato nel 1718 a Tolmezzo, dove morì nel 1795, Domenico Schiavi, di cui quest’anno ricorre il tricentenario dalla nascita, fu in quell’epoca l’architetto più attivo del Friuli. Nel 1738, appena ventenne, venne incaricato della realizzazione a Tolmezzo della villa di proprietà di Jacopo Linussio, al quale si deve anche la committenza allo stesso Schiavi della progettazione del nuovo duomo.

Dopo un periodo che lo vide operare in Cadore, nel 1768 Schiavi rientrò in Friuli per la costruzione della chiesa parrocchiale di Majano. Al 1770 risale invece la progettazione per la nuova fabbrica della pieve di Tricesimo, mentre all’inizio dello stesso decennio si colloca anche la realizzazione delle chiese parrocchiali di Paularo e Dignano.

Tra le costruzioni a lui attribuite si ricordano inoltre la chiesa di San Martino a Villa di Verzegnis, il disegno per la chiesa abbaziale di Moggio Udinese, le chiese parrocchiali di Cavazzo Carnico (dedicata a San Daniele Profeta), di Cercivento e di Rigolato, oltre al progetto della chiesa di San Martino a Cividale. A Domenico Schiavi vennero commissionate anche opere civili, come il palazzo del Monte di pietà a San Daniele del Friuli e due ponti sul fiume Tagliamento.

Ma la sua esperienza progettuale e creativa non si ferma al Friuli. Arriva infatti anche in Istria. E proprio un progetto avviato dall’Unione degli Istriani punta a catalogare ufficialmente gli edifici religiosi delle località di Rovigno, Capodistria, Pinguente e Pola a cui l’architetto carnico ha lavorato e a definire i progetti da lui proposti ma mai realizzati. Questi infatti sono i luoghi della penisola istriana dove l’opera di Schiavi trova un riscontro di significativa rilevanza culturale e storica.

Il convegno, che apre le iniziative dedicate al tricentenario, è organizzato dall’Unione degli Istriani, dalla Regione Friuli Venezia Giulia e dalla Città di Tolmezzo, con la collaborazione del Comune di Pieve di Cadore, della Arcidiocesi di Udine, della Diocesi di Belluno-Feltre e della Soprintendenza archeologica, belle arti e paesaggio del Friuli Venezia Giulia.

Tra gli interventi in programma, dopo l’introduzione dell’architetto Gianluca Paron, quelli di Marisa Dario, la quale parlerà de “I Libri di Domenico Schiavi e della sua bottega: studi su due codici manoscritti del Settecento”, e di Federico Bulfone, che affronterà il tema “Per un catalogo delle opere della famiglia Schiavi. Fabbriche ecclesiastiche e civili nel Friuli del XVIII secolo”.

Nella seconda parte dell’evento, Francesco Amendolagine Foschini approfondirà l’argomento dal titolo “Progetti e presenza della famiglia Schiavi nei territori veneti”; infine Maria Concetta Di Micco chiuderà con “Le architetture di Domenico Schiavi nelle immagini dell’archivio fotografico della Soprintendenza”. A seguire è previsto un dialogo con il pubblico presente. L’incontro sarà moderato dal presidente dell’Unione degli Istriani, Massimiliano Lacota.

L’appuntamento di sabato prossimo è il primo di una serie di iniziative per il tricentenario che verranno realizzate nel corso dell’anno, tra cui la mostra itinerante (in Carnia, Cadore e Istria) allestita su pannelli con documenti originali e la pubblicazione del primo volume dedicato alla storia dell’architetto Schiavi e della sua famiglia.

(nell’immagine “Il Sacrificio di Isacco”, affresco monocromo di Angelo di Domenico Schiavi, tratta da www.dizionariobiograficodeifriulani.it)