La lingua friulana entra nei questionari delle prove Invalsi
Dopo il suo ingresso ufficiale nell’Europass, ora la lingua friulana entra anche nei questionari delle prossime prove Invalsi (Istituto nazionale per la valutazione del sistema educativo di istruzione e di formazione). È questo il frutto della collaborazione, partita qualche mese fa, fra l’ARLeF (Agjenzie Regjonâl pe Lenghe Furlane) e l’Ente che valuta gli aspetti qualitativi del sistema scolastico italiano. In una delle schermate proposte dall’Invalsi, infatti, nel corso delle prossime rilevazioni che, a seconda delle classi di frequenza, saranno effettuate anche in Friuli VG dal 2 marzo al 23 maggio 2020, alla domanda: “A casa, quale lingua parli nella maggior parte del tempo?”, si potrà rispondere anche: “Friulano”. La nostra lingua, dunque, potrà essere scelta all’interno di una lista di una ventina di lingue elencate in ordine alfabetico, collocata tra il francese e il greco.
«Nessun parlante friulano deve più trovarsi in imbarazzo di fronte al quesito legato all’utilizzo della propria lingua – afferma il direttore, William Cisilino -. L’ARLeF è impegnata quotidianamente su questo e, tale sforzo, sta producendo i propri frutti: prima con Europass ora con l’Invalsi, grazie anche al fondamentale supporto della direttrice dell’Ufficio scolastico regionale, Patrizia Pavatti. Ma non ci fermeremo qui: è necessario che nei principali ambiti dove rilevano le lingue, al friulano sia garantita pari dignità rispetto agli altri idiomi, in pieno spirito europeo».
«Abbiamo contribuito in maniera rilevante con un importante tassello che segna una presenza ufficiale del friulano in una più vasta dimensione nazionale – commenta Patrizia Pavatti, dirigente dell’Ufficio Scolastico Regionale – ed evidenzia l’importanza delle lingue minoritarie integrate in un contesto plurilingue che caratterizza la nostra Regione».
L’Invalsi è l’Ente di ricerca dotato di personalità giuridica di diritto pubblico che effettua verifiche periodiche e sistematiche, nelle scuole della Penisola, per verificare competenze e abilità degli studenti e sulla qualità complessiva dell’offerta formativa delle istituzioni di istruzione e istruzione e formazione professionale, anche nel contesto dell’apprendimento permanente; studia le cause dell’insuccesso e della dispersione scolastica con riferimento al contesto sociale e alle tipologie dell’offerta formativa; gestisce il Sistema Nazionale di Valutazione (SNV) ed è soggetto alla vigilanza del Ministero della Pubblica Istruzione.