La maggioranza di Tolmezzo replica a Laura D’Orlando: «No allo sciacallaggio solidale»
Riceviamo e pubblichiamo una nota inviataci dai consiglieri di maggioranza del Comune di Tolmezzo in riferimento alla proposta della capogruppo consiliare di centrodestra Laura D’Orlando di devolvere i gettoni di presenza dei consiglieri e le indennità degli assessori alla Casa di Riposo di Paluzza.
In merito alla richiesta della consigliera D’Orlando sorgono alcuni spunti di riflessione e perplessità.
Innanzitutto è quantomeno irrituale che una proposta di questo tipo arrivi in consiglio senza averne prima accennato ai capigruppo, come da sempre viene fatto quando si desidera che una proposta venga recepita da tutto il consiglio.
È evidente che una boutade così durante la seduta toglie la possibilità di condivisione su tutto: Metodo – Cosa – A chi – Per quale motivo.
Diventa lecito anche pensare che lo si faccia esclusivamente per propri fini propagandistici utilizzando un tema sicuramente che tocca i cuori di tutti, ma senza quella profondità di analisi e veduta richieste a chi è amministratore di un territorio.
È risaputo poi che moltissimi consiglieri hanno già provveduto a seguire proprie iniziative di solidarietà, secondo quelle che sono le proprie sensibilità e disponibilità che mai devono e possono essere sindacate.
Troviamo infatti irrituale anche che una consigliera in modo individuale decida gli importi che tutti gli altri dovranno devolvere: perché mai?
Non sappia la mano destra ciò che fa la sinistra, e ognuno doni liberamente e serenamente sulla base delle proprie disponibilità: non è una gara, e chi ha maggiori disponibilità economiche non è più bravo di altri.
Siamo tutti stati cresciuti con lo stesso motto: ” il bene si fa e si tace” e questa improvvisa richiesta di pubblicità ci lascia oltremodo spiazzati.
Vogliamo pensare che la proposta arrivi perché venga dato un segnale non già come singoli cittadini ma come amministratori: bene, allora il pensiero deve essere da amministratori, avendo ben chiaro quali sono le necessità che ci circondano.
La consigliera D’Orlando ancora una volta ci sembra scollata dalla realtà, lontana dalla nostra gente e da quello che viviamo.
Non ci ha infatti motivato in modo oggettivo la richiesta (a Paluzza mancano ventilatori o bombole d’ossigeno, ad esempio) ma pare abbia scelto la prima tematica che potesse scuotere l’opinione pubblica: chi infatti non ha sentito un brivido nel petto a vedere le foto dei nonni alle finestre dell’asp?
Ma a quei nonni adesso cosa serve?
Purtroppo i nostri soldi non servono a far guarire i malati né a restituirci quelli che il Covid ci ha portato via…
Queste sono solo alcune delle riflessioni che avremmo potuto fare insieme, se la consigliera anziché tentare un colpo di scena in consiglio – suo malgrado finito male – avesse voluto davvero fare qualcosa insieme.
Da amministratori poi non si possono non vedere le necessità emergenti nel nostro tessuto economico e sociale: maestranze in difficoltà, piccoli commercianti con la merce invenduta nei magazzini, fornitori da pagare, entrate ridotte a zero, partite iva che non lavorano e hanno famiglia…
Tanta tanta difficoltà; non sarebbe allora nostro dovere cercare di orientare le misure di sostegno laddove ce n’è più bisogno?
Il nostro territorio è già stato come sempre generoso e molti fondi sono stati destinati alla sanità, alla protezione civile, all’acquisto di dispositivi di protezione individuale.
Solo a titolo esemplificativo citiamo la raccolta CAI Tolmezzo (Presidente Alessandro Benzoni) e ADO Tolmezzo (Presidente Rita Martin): raccolti 75.000 euro dalla popolazione carnica di ogni appartenenza, categoria e professione; fino ad ora da questa raccolta fondi sono state acquistate mascherine chirurgiche e con filtro ffp2, tute medicali, macchine per sanificazione, monitor carrellato x parametri vitali, un ventilatore e altro verrà acquistato nei prossimi giorni.
Potremmo citare anche la donazione Libertas all’ospedale di Tolmezzo, la raccolta per i tablet andati a tutte le case di riposo di Carnia e molto altro, realizzato, appunto nella dignitosità e nel silenzio tipici della gente di Carnia.
Al momento manca un fondo per sostenere i mancati guadagni di chi fa vivere i nostri paesi: vorremmo lavorare piuttosto a questo, con il sostegno di alcuni privati in modo da avere meno burocrazia, e riuscire a dare un piccolo sollievo a chi non vede fine a questo tunnel.
Questa può essere una proposta seria, come anche altre possono essere prese in considerazione, ma insieme, senza ordini calati dall’alto, in un percorso di condivisione reale volto solo ed esclusivamente al bene senza inutili vanitosi personalismi.
I CONSIGLIERI DI MAGGIORANZA DI TOLMEZZO