La provincia di Udine prima in Italia per palestre, piscine, centri benessere e terme
Nella classifica sulla “Qualità della vita” pubblicata da Il Sole24Ore, due province del Friuli Venezia Giulia su quattro si trovano ai primi due posti nell’indicatore “palestre, piscine, centri per il benessere e terme ogni 10.000 abitanti”. Sono infatti 3,54 ogni 10.000 abitanti nella provincia di Udine (1° posto) e 3,41 a Trieste (2° posto), mentre sono circa 2 ogni 10.000 abitanti a Pordenone e Gorizia (16° e 12° posizione rispettivamente). La media italiana è di 1,8 ogni 10.000 abitanti. Abbinando a questa rilevazione un approfondimento sui Registri imprese, emerge infatti come nell’ultimo anno le localizzazioni attive relative a palestre, piscine e centri benessere in Fvg siano aumentate del 4,8% (dati al 30 settembre). A livello territoriale, Trieste segna un +9,5%, Gorizia +7,9%, Udine +3,7% e Pordenone +1,2%.
L’approfondimento del dato, uscito proprio oggi nell’articolato rapporto del Sole 24 Ore, è stato realizzato dal Centro Studi della Camera di Commercio Pordenone-Udine e inserito praticamente “in diretta” nel report statistico che ogni mese l’ufficio camerale produce e mette a disposizione di tutti, nella sezione dedicata del sito www.pnud.camcom.it.
«È uno strumento che contiene una miscellanea di dati, diversi mese dopo mese – spiega il presidente dell’ente Giovanni Da Pozzo –, in quanto vogliamo essere, come si dice, sempre “sulla notizia”, prendendo spunto di volta in volta dall’attualità e da contingenze o scadenze economiche, fornendo un quadro di indicatori sempre aggiornati e utili a orientarsi sul mercato».
Tra gli elementi raccolti nel report-economico statistico di dicembre, il Centro studi propone anche l’aggiornamento Fvg sulle imprese dell’agroalimentare: in regione, al 30 settembre, risultano attive 14.060 localizzazioni relative nel comparto e 9.366 del settore ristorazione, per un totale di 23.426. Rispetto al 2023 sono stabili le imprese della ristorazione e in lieve calo quelle del settore agroalimentare (-1,2%), dove risulta in crescita l’industria delle bevande (+3,8% nell’ultimo anno) mentre sono in lievissimo calo, come numero di imprese, le coltivazioni agricole (-1,2%), la pesca e acquacoltura (-3,8%) e l’industria alimentare (-1,6%). Nelle produzioni di nicchia, invece, negli ultimi cinque anni crescono soprattutto la coltivazione di altri alberi da frutta, frutti di bosco e in guscio (+106%, +53 localizzazioni attive rispetto al 2019), le altre colture permanenti inclusi alberi di Natale (+72,7%, +8), la coltivazione di pomacee e frutta a nocciolo (+40,3%, +25).
Altri dati sintetizzati nel report mensile sono quelli delle imprese straniere e le rilevazioni sulla composizione negoziata della crisi d’impresa. Riguardo alle prime, se in Italia le imprese straniere sono l’11,3% del totale, le regioni con la maggior incidenza sono la Liguria (16,5%), la Toscana (16,3%) e proprio il Friuli Venezia Giulia (14,3%), dove sono 13.943 e sono cresciute nell’ultimo anno del 4,5%.
Riguardo invece alla composizione negoziata, il report evidenzia che le istanze presentate alla Camera di Commercio di Pordenone Udine dall’avvio della procedura sono state 24 (di cui 18 riguardano imprese con sede nel territorio di Udine e 6 in quello di Pordenone). Il 42% delle imprese richiedenti afferisce al settore del commercio-ristorazione-servizi e il 25% a quello dell’industria-manifattura. Il 50% delle procedure riguarda imprese micro (0-9 addetti), il 17% piccole (10-49), il 33% le medio-grandi (più di 50).
Sul totale delle domande, escluse quelle in corso, quelle con esito favorevole rappresentano il 18,75% del totale.
Infine, i dati sugli ecoinvestimenti delle imprese. Nel quinquennio 2019-2023 in Italia in media più di un’impresa su tre ha effettuato eco-investimenti (il 38,6%), a livello settoriale nell’industria manifatturiera quasi un’impresa su due (il 46%) mentre nei servizi il 36,8%. In Friuli Venezia Giulia il 39,8% delle imprese ha effettuato eco-investimenti nel periodo considerato, un valore superiore a quello medio italiano e in linea con il Nord Est (40%). Il valore del Fvg è in crescita di due punti percentuali rispetto all’anno precedente (quando si attestava a 37,7%).