La Regione Fvg al lavoro sul Protocollo per la gestione degli impianti di risalita
L’assessore alle Attività produttive e turismo della Regione FVG, Sergio Emidio Bini, ha preso parte ieri pomeriggio alla riunione della Commissione Turismo della Conferenza delle Regioni che ha dato il via libera al Protocollo per la gestione degli impianti di risalita in montagna.
Il documento è previsto dall’ultimo Dpcm del 24 ottobre, nel quale il Governo ha subordinato l’apertura degli impianti di risalita all’adozione di un adeguato protocollo di contenimento del Covid-19.
“Le cinque Regioni dell’arco Alpino, tra cui il Friuli Venezia Giulia, hanno collaborato all’implementazione dell’atto iniziando a lavorare al testo in anticipo, con l’obiettivo di salvare la stagione invernale” ha spiegato Bini, specificando che “le Regioni si sono attivate perché ritengono importante farsi trovare pronte a garantire un’eventuale riapertura in sicurezza, fermo restando che stiamo seguendo attentamente l’evolversi della situazione sanitaria e le ulteriori decisioni del Governo rispetto allo sviluppo che la pandemia potrà avere nelle prossime settimane”.
La bozza del Protocollo approvata ieri sarà trasmessa alla Conferenza Stato-Regioni e al Comitato tecnico scientifico; in caso di approvazione definitiva, il provvedimento sarà adottato per gli impianti a fune di tutta Italia.
A margine della riunione della Commissione, gli assessori regionali al Turismo si sono confrontati anche sulla prospettiva di utilizzo delle risorse del Recovery Fund. “Auspichiamo che una quota parte del Recovery Fund venga destinata al turismo, uno dei settori che concorre maggiormente al Pil nazionale – ha commentato Bini – e riteniamo che le Regioni debbano avere l’opportunità di essere i soggetti proponenti dei progetti che il Governo presenterà alla Commissione europea. Questo perché le amministrazioni regionali stanno già lavorando ad iniziative che potrebbero essere coordinate in un unico Piano di rilancio straordinario di investimenti strutturali e infrastrutturali, che tenga conto anche di nuovi modelli di sviluppo turistico”.