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La Repubblica Libera, la Mostra di Illegio, Gemona ricostruita, Eluana. L’Alto Friuli per Giorgio Napolitano

Alle ore 19.45 di venerdì 22 settembre, il Presidente Emerito della Repubblica, senatore Giorgio Napolitano, si è spento presso la clinica Salvator Mundi al Gianicolo in Roma. La camera ardente verrà allestita a Palazzo Madama. A darne l’annuncio è stato il presidente del Senato Ignazio La Russa.

Bandiere a mezz’asta a palazzo Madama. Il sottosegretario di Stato Alfredo Mantovano ha disposto che per Napolitano si celebrino le esequie di Stato che si terranno nella giornata di martedì 26 settembre. Non sarà così necessario convocare un Cdm straordinario. Il giorno delle celebrazioni del funerale di Stato sarà dichiarato lutto nazionale.

E’ stato l’11^ presidente della Repubblica dal 15 maggio 2006 al 14 gennaio 2015, eletto per due mandati consecutivi.

Deputato quasi ininterrottamente dal 1953 al 1996, europarlamentare dal 1989 al 1992 e dal 1999 al 2004, fu nominato senatore a vita nel 2005 da Carlo Azeglio Ciampi. Fu presidente della Camera nell’XI Legislatura, quando succedette a Oscar Luigi Scalfaro eletto al Quirinale (1992), e ministro dell’interno nel governo Prodi I (1996-1998).

Primo capo dello Stato ex membro del Partito Comunista, il 20 aprile 2013, per la prima volta nella storia repubblicana, fu eletto per un secondo mandato, divenendo così il presidente eletto in età più avanzata (87 anni) e, fino alle dimissioni, il più anziano capo di Stato d’Europa.

LE VISITE IN ALTO FRIULI DI NAPOLITANO

La libera Repubblica di Carnia, la Mostra di Illegio e il ruolo decisivo nel caso di Eluana Englaro, la giovane che morì alla Quiete di Udine il 9 febbraio 2009, dopo 17 anni vissuti in stato vegetativo. Questi i ricordi “carnici” del presidente emerito Giorgio Napolitano.

Nel febbraio del 2009 Udine fu al centro della vicenda di Eluana Englaro, che ebbe eco internazionale. La giovane, figlia del carnico di Paluzza Beppino Englaro, dopo un incidente d’auto nel gennaio 1992, visse per 17 lunghi anni in stato vegetativo, finchè il padre, grazie alle sentenze della Consulta, riuscì a ottenere l’interruzione dell’alimentazione e dell’idratazione forzata della figlia. Vi fu una feroce battaglia politica tra chi sosteneva l’azione di Englaro e chi vi si opponeva. Il governo Berlusconi, il 6 febbraio 2009, emanò un decreto urgente che vietava che “alimentazione e idratazione forzata quali forme di sostegni vitali potessero essere sospese da chi assiste soggetti non in grado di provvedere a sè stessi”. Fu una corsa contro il tempo, ma Napolitano, appunto, non emanò il decreto in quanto, a suo avviso, non sarebbero state superate le obiezioni di incostituzionalità rappresentate e motivate. Quell’atto, in pratica, fermò il tentativo in extremis dell’esecutivo di intervenire nel caso di Eluana, dopo che si era espressa la Consulta. La giovane morì pochi giorni dopo, il 9 febbraio 2009, alla Quiete.

Tra il 29 e il 30 maggio 2012 il capo dello Stato fu per la terza volta in Friuli, salì alle malghe di Porzûs e fu ospite dell’università di Udine dove assistette al docu-film sulla Repubblica Libera della Carnia del 1944. Quindi salì all’Hotel Carnia di Venzone e nel pomeriggio si recò ad Illegio accolto dai Presidenti della Giunta e del Consiglio Regionale del Friuli-Venezia Giulia, Tondo e Franz, dal Commissario del Governo nella Regione Friuli-Venezia Giulia, dal Presidente della Provincia di Udine Fontanini, dal Sindaco di Tolmezzo Dario Zearo, e dal curatore delle Mostre del Comitato San Floriano, Don Alessio Geretti. Qui assieme all’Arcivescovo di Udine, S.E. Mons. Andrea Bruno Mazzocato, e, dopo aver ascoltato l’Inno Nazionale da parte di un coro di bambini, alla presenza delle scolaresche di Tolmezzo, fece ingresso nella Casa delle Esposizioni per la visita alla mostra pittorica dal titolo “I bambini e il cielo”.

A margine dell’evento gli fu consegnata dalle mani del partigiano Romano Marchetti, nome di battaglia ”Cino da Monte”, la richiesta dei 44 sindaci dell’Alto Friuli di mantenere in vita gli uffici giudiziari del Tribunale di Tolmezzo: «Lo Stato per cui abbiamo combattuto deve garantire libertà e giustizia e non porre ostacoli al loro conseguimento», aveva detto Marchetti mettendo la petizione nelle mani di Napolitano. «Lei conosce bene la Costituzione», fu la risposta del presidente.

Successivamente si trasferì a Gemona del Friuli con il corteo presidenziale che giunse al cimitero monumentale accolto dal Sindaco di Gemona del Friuli, Paolo Urbani. Partecipò alla deposizione di una corona di fiori sul monumento in memoria delle vittime del terremoto, portata a spalla da due Corazzieri, successivamente si recò nel Duomo di Gemona del Friuli per una visita guidata dal Parroco, Don Valentino Costante. Successivamente si spostò al Teatro Sociale per assistere alla celebrazione del 36° anniversario del terremoto del Friuli-Venezia Giulia: con la proiezione di un breve filmato sulla ricostruzione del terremoto avvenuto il 6 maggio 1976; la testimonianza di Salvatore Varisco, già Assessore Regionale alla ricostruzione; l’intervento dell’On. Giuseppe Zamberletti, già Commissario Straordinario alla ricostruzione della città a seguito del sisma. Dopo la lettura della motivazione, il Sindaco consegna al Presidente della Repubblica la pergamena della cittadinanza onoraria.

IL RICORDO DI FEDRIGA

“Profondo cordoglio per la scomparsa del Presidente Napolitano a nome della Regione Friuli Venezia Giulia e vicinanza ai suoi congiunti. Oggi ci ha lasciato un grande protagonista della storia della Repubblica italiana. La storia lo ricorderà certamente come il primo ad aver ricoperto per due volte il ruolo di Presidente; l’incarico di Capo dello Stato è stato il punto più alto di un lungo impegno politico nel corso del quale Napolitano si è sempre dimostrato coerente con le proprie opinioni e ideali”. Queste le parole del governatore del Friuli Venezia Giulia Massimiliano Fedriga alla notizia della scomparsa del Presidente Emerito della Repubblica, senatore Giorgio Napolitano. “Il Presidente Napolitano è stato un uomo di grande intelligenza che ha dedicato la sua lunga vita al nostro Paese – ha aggiunto Fedriga – e la sua assenza sicuramente si sentirà in maniera decisa all’interno del Senato e dell’intero mondo politico e istituzionale”.