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La storia delle sorelle Grassi di Tolmezzo approda a Resia

La storia delle sorelle Grassi di Tolmezzo si guadagna lo splendido scenario della Val Resia, la valle del battesimo alpinistico delle tre pioniere dell’alpinismo friulano. Lo spettacolo Voglio andare lassù. Breve storia delle sorelle Grassi, scritto da Melania Lunazzi, verrà rappresentato venerdì 7 luglio con inizio alle ore 20 al Centro Culturale di Prato di Resia, località Varcota. L’iniziativa è stata voluta e organizzata dal Consorzio BIM Tagliamento e dal Comune di Resia assieme a Pari Opportunità, Parco Naturale delle Prealpi Giulie, Ecomuseo della Val Resia, Pro Loco val Resia, Unione Nazionale Pro Loco, Servizio Civile Nazionale. 

Dopo le prime due rappresentazioni tenutesi nell’agosto 2019 a Paularo e a Tarvisio lo spettacolo è stato realizzato in teatri e località del Veneto (Montebelluna e Belluno) e del Friuli Venezia Giulia (Trieste, Pordenone, San Daniele, Udine, Forni Avoltri, Sacile). Lo spettacolo viene presentato nella formazione ormai consolidata con la stessa Lunazzi in scena assieme all’attrice Ada Delogu, al fisarmonicista Sebastiano Zorza e alla danzatrice Giulia Bean.

Le sorelle Grassi, riscoperte da Melania Lunazzi, giornalista e storica dell’arte, nel 1999 e inseguito valorizzate dalla studiosa goriziana Daniele Durissini nel bellissimo volume C’è una donna che sappia la strada, sono state oggetto di ulteriori approfondimenti d‘archivio da parte di Melania Lunazzi nel 2018, l’anno prima dell’anniversario del 140 anni dalla prima salita al Monte Sernio, cui nel 2019 il Cai di Tolmezzo ha dedicato accorate celebrazioni. 

Le nuove ricerche di Melania Lunazzi hanno portato alla luce i ritratti fotografici delle tre donne, prima sepolti negli archivi e il loro nesso di parentela con Michele Gortani, assieme ad altri importanti elementi e documenti valorizzati nello spettacolo che è di per sé un documento che porta alla luce gli esiti di quelle ricerche, precedentemente pubblicati in parte della rivista Le Alpi venete e in seguito su Tiere Furlane. Le tolmezzine Anna, Giacoma e Angelina furono protagoniste in tre, nel 1877, di una epica scalata al Monte Canin  dalla Val Resia assieme a Giovanni Marinelli e di una consacrazione ufficiale come “donne alpiniste” nella rivista dell Società Alpina Friulana ad opera dello stesso Marinelli. Lo spettacolo narra di montagna e passioni e incontra il favore di adulti e ragazzi, di esperti di montagna e di coloro che ne sono a digiuno, raccontando le nostre montagne e l’epoca pionieristica che ne ha visto la riscoperta poco dopo l’Unità d’Italia.

Le sorelle Anna e Giacoma continuarono ad andare in montagna per qualche anno con ascensioni su altre cime rocciose non banali, come il Sernio, il Peralba, l’Antelao. Le loro figure affascinano per l’intraprendenza e il coraggio sfoderati in un contesto che ancora non era maturo per comprendere certe aspirazioni femminili. “Quella era un’epoca in cui la donna, soprattutto se di estrazione medio alta, doveva dedicarsi a letture e merletti, condurre una vita “al riparo” dai pericoli esterni e soprattutto tutelare la propria “debole” e delicata natura tra le mura domestiche. Cogliere al volo il piacere di sviluppare forza e resistenza e goderne quale forma di esercizio naturale per il puro piacere di farlo era permesso soltanto se accompagnate da uomini. Eppure il loro nome è arrivato fino a noi e ben oltre il Friuli.” (Melania Lunazzi).

Lo spettacolo

Si tratta di una lettura scenica a due voci con sei doppi dialoghi. Le due donne dialoganti sono alternativamente le due sorelle e due donne contemporanee. Le scene si svolgono a Tolmezzo, nella casa delle Grassi, in una malga alpina e a Udine. Ci sono delle parti cantate e delle parti strumentali. Alle spalle degli attori scorre una proiezione di immagini d’epoca e contemporanee, sia fotografie che riprese video realizzate oggi al Museo Carnico Michele Gortani e sopra il Sernio con il drone.

Cosa si sa delle sorelle Grassi

Le fonti dell’epoca riportano alcune loro salite realizzate negli anni Settanta dell’Ottocento, tra cui quella del Monte Canin dalla Val Resia, quella del Sernio e poi l’Antelao. La curiosità nell’indagare la loro storia nasce dal fatto che dopo la celebrazione di Giovanni Marinelli della salita fatta assieme alle sorelle sul Canin – a cui venne dedicata un’apposita e lunga pubblicazione Le prima alpiniste sulla vetta del Monte Canino – e probabilmente a causa dello spostamento della sede del CAI da Tolmezzo a Udine con la nascita della Società Alpina Friulana – le Sorelle Grassi sono state dimenticate e la loro memoria rimossa. Le donne che intraprendevano salite in montagna erano pochissime al tempo e di estrazione borghese o nobile, ed erano sempre accompagnate in montagna da uomini. Ciò che hanno osato fare le sorelle è stato intraprendere la prima salita del Sernio – e le successive – senza andare al traino degli uomini, ad eccezione delle guida locale di cui peraltro si servivano anche gli stessi alpinisti uomini.

Il messaggio 

Le Sorelle Grassi sono state delle pioniere in Friuli, anche se la loro storia è più nota al di fuori della nostra regione e ha diverse figure omologhe in altre parti delle Alpi, contestualmente. La strada intrapresa dalle tolmezzine ha comportato una scelta controcorrente, ed è stata osteggiata e criticata sia dalle malelingue locali sia, probabilmente, dagli stessi uomini che in un primo tempo le avevano incoraggiate. Ma il loro messaggio è stato forte, anche se il tratto di strada compiuto è stato breve in termini di arco temporale, dato che l’unica che ha poi continuato ad andare in montagna per alcuni anni fino ai primi del Novecento è stata Anna Grassi, la sorelle minore, che non si è mai sposata.

Il messaggio del testo comunque non è femminista né solo “al femminile” ma è rivolto a tutti coloro che hanno una passione e che affrontano ostacoli imponenti per affermarla, in qualsiasi settore essi/esse operino.