L’allarme della SLC-CGIL: «Lavoratori postali allo stremo in Friuli»
Dalla Segreteria Regionale SLC-CGIL riceviamo e pubblichiamo una nota riguardante i lavoratori postali in Friuli.
Poste Italiane conosce la situazione di collasso che stanno subendo gli Uffici Postali del Friuli a causa della carenza strutturale e cronica di personale? Il gruppo dirigente sa che in Friuli-Venezia Giulia negli ultimi tre anni si sono persi circa 500 addetti a causa del pensionamento, peraltro prevedibile, e questo al netto delle politiche attive (nuove assunzioni)? I dirigenti commerciali lo sanno che l’aumento delle offerte dei servizi (RC auto, spid, fonia, carte prepagate, offerte commerciali multiple, ecc. ecc.) invece che diminuire la circolazione dei cittadini rischia di aumentarla e quindi di peggiorare l’indice pandemico? I dirigenti conoscono le modalità con le quali vengono utilizzati i distacchi di personale nonostante accordi ed impegni assunti? Lo sanno che le disfunzioni organizzative e le condizioni di stress stanno aumentando a causa delle pressioni commerciali? Sa che potrebbe ampliare il lavoro agile per evitare rischi ai propri dipendenti e stranamente non lo fa? Lo sa che spesso azioni e ordini di servizio variano nelle modalità applicative da filiale a filiale in funzione di chi le dirige? Sarebbe opportuna una verifica. Chi dirige lo sa che le poche assunzioni sui servizi di sportello giunte in regione sono a part-time e che sia le condizioni salariali che le condizioni di gestione degli orari sono al minimo della sussistenza. Non è più procrastinabile, per un’azienda che si ritiene leader non aver prodotto un’azione straordinaria di politiche attive del lavoro che permetta di recuperare le perdite di organico a causa delle uscite pensionistiche stante l’età elevata della forza lavoro? Le aziende moderne lo fanno con iso-pensione, accordi strutturati o fondi di solidarietà per garantire un vero ricambio generazionale. Detto quanto sopra riteniamo che la misura sia colma! Slc Cgil ritiene che questa azienda debba passare dalle parole ad azioni concrete e coerenti con la mission che questa azienda merita per il sistema Paese. Le lavoratrici e i lavoratori che hanno fatto grande questa azienda hanno bisogno di azioni precise che migliorino le condizioni di lavoro e che riescano a gestire il rapporto con la clientela senza subire ripercussioni e soprattutto avere la certezza che le misure contro la pandemia quando assunte trovino riscontro sui territori senza tentennamenti o interpretazioni variegate. Le lavoratrici e i lavoratori di Poste Italiane meritano rispetto da tutti, in primis dal gruppo dirigente.
Poste Italiane si nasconde dietro alla pandemia per giustificare le mancate riaperture degli uffici nella nostra Regione. La carenza d’organico ed il mancato turn over nel settore degli Uffici Postali stanno paralizzando la rete creando lunghe code fuori dagli sportelli e assembramenti mettendo a rischio la salute dei clienti. La situazione ormai è evidente a tutti, il personale che opera negli uffici postali è insufficiente e i clienti si scagliano contro i dipendenti che non hanno colpe, molte volte serve far intervenire le forze dell’ordine per ripristinare la calma e l’azienda non fa nulla per rimediare a questa vergognosa situazione abbandonando a sé stessi i dipendenti.
Questo delinea un’azienda che vive solo d’immagine ma fa acqua da tutte le parti, se l’azienda Poste decidesse oggi di ripristinare la rete a pieno regime non avrebbe il personale per poterlo fare. Nella nostra Regione abbiamo carenze d’organico da anni, ma come in questo periodo dopo la riforma pensionistica di quota cento non si è mai vista, centinaia di persone sono andate in pensione ma pochissime sono state sostituite. Per un gruppo che macina utili, e stacca dividendi agli azionisti dovrebbe essere nell’interesse della collettività garantire i servizi essenziali attraverso massicce azioni di politiche attive del lavoro per questa Regione.
I lavoratori continuano a subire gravi disagi, a questa situazione fonte di stress continuo, si aggiunge un aumento a dismisura delle trasferte, tutto ciò in contrasto con quanto previsto dal Comitato aziendale per la sicurezza, che aveva stabilito un contenimento di questa pratica in un momento di crisi sanitaria come quello attuale. Come se tutto ciò non bastasse, l’azienda continua a richiedere in modo estremamente pressante il raggiungimento di obiettivi commerciali, ad effettuare un eccessivo numero di riunioni in video, come se gli uffici fossero ad organico completo e non in carenza, come se il resto del mondo non stesse affrontando una pandemia, tra l’altro vorremmo puntualizzare che in Friuli-Venezia Giulia ci troviamo attualmente in zona rossa. La carenza di personale non interessa solo il settore degli uffici postali ma viene registrata anche in altri settori come il recapito ed i trasporti, in cui le carenze provocano un rallentamento del servizio ed un sovraccarico per gli addetti. Ad oggi almeno il 25% del personale ha un contratto precario o somministrato. Il precariato non è solo di altre aziende multinazionali e nazionali del settore. Sono sempre più frequenti le dimissioni dei neoassunti in questo settore, dopo pochi giorni di lavoro, per via delle pesanti condizioni di lavoro.
La situazione che abbiamo descritto, già molto critica, non potrà che peggiorare nel corso dell’anno, in quanto nella nostra regione è previsto che centinaia di lavoratori raggiungano i requisiti pensionistici per quota 100, e sono sempre più le lavoratrici che optano per un pensionamento fortemente penalizzante come “opzione donna” pur di abbandonare l’azienda. Le assunzioni previste dagli ultimi accordi dello scorso 24 marzo per la sportelleria in questa regione sono insufficienti, gli interventi previsti sono 72 tra assunzioni part-time 36, trasformazioni a tempo pieno 19, cambi di mansione 6, e assunzioni di consulenti in apprendistato 11, copriranno forse le uscite di massimo due trimestri. Ed il resto, già usciti ed in uscita nei prossimi due anni, senza considerare, il tempo necessario a formare correttamente il personale che deve soddisfare in maniera professionale le richieste della clientela?
Alla luce di questo è urgente che poste intervenga velocemente con l’inserimento di nuovo personale che possa migliorare l’attività lavorativa e garantire un buon funzionamento del servizio, adeguato alla cittadinanza. Non è possibile rimandare ancora.
SEGRETERIA REGIONALE SLC-CGIL FRIULI VENEZIA GIULIA