L’Altra Ricostruzione nelle immagini 2016 del Lunari dell’Ecomuseo del Gemonese
Com’è consuetudine l’Ecomuseo delle Acque ha dato alle stampe il Lunari del nuovo anno. L’edizione 2016, in occasione del quarantennale del terremoto, è stata dedicata all’altra ricostruzione, ovvero al recupero dell’architettura spontanea del Gemonese sopravvissuta al sisma, un patrimonio edilizio di grande valore storico-ambientale che traduceva alla perfezione le esigenze abitative sotto il profilo della funzionalità e dell’economia. Le fotografie di Graziano Soravito, a cui si accompagnano brevi testi descrittivi, documentano edifici tradizionali che sono stati ristrutturati dopo il terremoto in maniera rispettosa e consapevole, anche grazie all’articolo 8 di una delle leggi regionali, la 30 del 1977, che orientarono la ricostruzione del Friuli.
Insediamenti accentrati quali i borghi di Andreuzza e Saletti a Buja, Casali Marchetti ad Artegna, Borgo Lucardi a Montenars, ma anche singole costruzioni come Casa Lenuzza a Osoppo, Cjase dal Bet a San Floreano o un’abitazione in via Monte Brancot a Gemona, seppure legati a un contesto povero, evidenziano una capacità creativa e tecnologica straordinaria e un rapporto con l’intorno e il paesaggio che generava vere e proprie “unità ambientali”, di cui i costruttori di allora erano perfettamente consapevoli. Nel calendario sono pure inseriti alcuni edifici non ancora ripristinati (Cjase Cecot a Gemona, Cjase di Fasûl a Buja) che hanno miracolosamente resistito al trascorrere del tempo e richiedono con urgenza degli interventi di restauro: sono documenti storicizzati di un passato che ormai si può riconoscere solo in queste testimonianze materiali.
Le fotografie di Graziano Soravito dedicate all’architettura rurale del Gemonese sono esposte fino al 15 maggio presso il Laboratorio sul terremoto in piazza Municipio 5 a Gemona del Friuli. Chi fosse interessato può richiedere copia del Lunari alla segreteria dell’Ecomuseo.