L’amaro congedo di Renzo De Prato dalla comunità di Tolmezzo
“Mi congedo da questa comunità, alla quale non mi consegno”.
Questo un passaggio della lettera aperta con la quale Renzo De Prato annuncia di fatto di abbandonare l’attività politica e sociale di Tolmezzo.
La decisione è arrivata dopo l’esito delle elezioni amministrative del 26 maggio, nelle quali, candidato con una lista a sostegno di Laura D’Orlando, De Prato ha raccolto solo 37 preferenze, non venendo così eletto in consiglio comunale. Nel 2009 De Prato raccolse 170 voti, nel 2014 le preferenze furono 70; il tracollo è quindi evidente. “La botta è stata forte, il consenso scomparso, ma il messaggio è stato chiaro: la resa sarà dunque incondizionata!”, scrive De Prato.
La delusione è stata tanta, considerando che anche negli ultimi anni non è mai venuto meno il suo impegno per la comunità: in campagna elettorale lui stesso aveva ricordato l’attività dell’associazione Borgo Shanghai, l’organizzazione della Festa del Borgat, gli eventi natalizi a fianco dei commercianti, il supporto al gemellaggio con Simbach, la battaglia a salvaguardia del Museo Gortani e altro ancora.
Eppure proprio dove De Prato si era speso con molte iniziative di valorizzazione, il riscontro è stato scarso: Shanghai/via Forni di Sotto e via Morgagni due preferenze; seggio 5 viale Aldo Moro (dove vive e vota) sette preferenze; seggio 4 Quartiere delle Valli sei voti. Presumibilmente ha pesato nel suo elettorato l’accusa di “collaborazionismo” con l’amministrazione Brollo, che prima delle elezioni De Prato aveva motivato così: “Non mi pento di non aver voluto costruire muri divisori laddove invece potevo realizzare ponti e progetti condivisi, per l’intera comunità, per il suo tessuto e vissuto economico e sociale”.
E ora? “Mi dedicherò ad altro, alla mia famiglia e un po’ pure a me stesso – scrive De Prato -. Mi auguro che altri sappiano dare molto, ancora prima di ricevere, alla collettività, come io ritengo di aver offerto in questi decenni. Non è piagnisteo, ma pure constatazione, senza rimpianti né rancori”.
Intanto l’Associazione Borgo Shanghai, pur non perdendo il suo spirito originale “borgataro”, si occuperà di altro in termini meno ludici e più culturali, grazie anche alla collaborazione di Emanuele Facchin e Pierpaolo Lupieri.