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Covid, l’assessore FVG Bini: «Le Regioni gestiscano le risorse per le aree montane»

“Sono tre le modifiche sostanziali che proponiamo di apportare al decreto presentato dal Governo per quanto concerne le modalità di attribuzione delle risorse per le aree montane. Innanzitutto riteniamo fondamentale che siano le Regioni a gestire i fondi messi a disposizione per i ristori. Va poi evidenziato che, negli elenchi del dl Sostegni, non tutti i comprensori sciistici possano essere identificabili con i singoli Comuni. Infine non deve assolutamente essere trascurato il fenomeno consistente dei turisti pendolari che, quasi sempre in giornata, affollano queste località”.

Lo ha affermato oggi l’assessore al Turismo, Sergio Emidio Bini, durante la riunione della Commissione speciale Turismo e Industria alberghiera della Conferenza delle Regioni e delle Provincie autonome dedicata ai criteri per definire le misure di sostegno ai Comuni a vocazione montana appartenenti a comprensori sciistici previste dal decreto legge “Sostegni”.

“È essenziale consentire alle Regioni – modificando quanto ora previsto dalla norma – di ristorare, con le modalità ritenute più opportune, le realtà imprenditoriali maggiormente danneggiate”.

“Il Friuli Venezia Giulia ha già gestito ben tre bandi per ristorare le attività colpite dalla pandemia – ha puntualizzato l’esponente della Giunta -. Questo è stato possibile grazie a una struttura rodata ed efficiente”.

Per quanto riguarda poi le tabelle del decreto Sostegni l’assessore al Turismo ha ricordato che in Friuli Venezia Giulia siano presenti sette poli sciistici. “Di questi – ha affermato Bini – solo cinque sono identificabili negli elenchi individuati dalle tabelle governative. Per questo in seno alla Commissione abbiamo aperto una riflessione sui criteri da adottare, che saranno affinati in un prossimo incontro”.

“Infine non possiamo legare l’erogazione di queste risorse esclusivamente alle presenze da fuori Regione. In Friuli Venezia Giulia ogni anno registriamo oltre 300mila presenze di turisti regionali. Un pendolarismo che – ha concluso Bini – contribuisce in modo importante alla nostra economia montana”.