L’Aula boccia il quesito, niente referendum sulla sanità in FVG
Il referendum per l’abrogazione della legge regionale 17 del 2014 sul riordino del sistema sanitario non si farà. Il Consiglio regionale del FVG (nella foto un momento del dibattito, tratta da facebook) si è infatti espresso con 26 voti contrari sull’ammissibilità (20 i favorevoli, due consiglieri non hanno partecipato al voto) della proposta referendaria chiesta da 2.559 cittadini, che ha coinvolto nove comitati.
Motivazioni politiche e motivazioni giuridiche: le parti si sono divise su tutto nelle valutazioni sull’ammissibilità o meno della proposta di referendum abrogativo.
Un lungo dibattito in Aula a sostegno di una o di un’altra posizione, che hanno trovato sintesi negli ordini del giorno presentati: due per l’ammissibilità (a firma M5S il primo, congiunta FI, AR, Fdi/AN, LN, Violino e Piccin GM il secondo); due per l’inammissibilità (Moretti-Pd, Lauri-Sel e Paviotti-Citt il primo, e Colautti-Ncd, Cargnelutti-Ncd e Barillari-GM il secondo).
La legge è tra quelle che vengono escluse dall’iniziativa referendaria? La proposta contiene i requisiti di ammissibilità? Il referendum lede i diritti fondamentali tutelati dalla Costituzione e dallo Statuto sul funzionamento di organi essenziali per l’ordinamento regionale?
Sono questi i principali quesiti di carattere giuridico sui quali le parti si sono schierate per il sì o per il no.
A ciò si aggiungono considerazioni come il fatto che sia doveroso dar voce ai cittadini che possano così esprimersi su un tema delicato come la sanità, che il referendum è lo strumento principe della democrazia diretta, che qualcuno ne teme l’esito, che dall’esito finale – non scontato – tutti potranno trarre le conseguenze di merito, che saranno sempre i cittadini, ma alle elezioni del 2018 e non con i referendum, a premiare o a punire le scelte fatte da questa maggioranza in tema di riforme.
Il voto finale ha registrato i 20 sì di FI, AR, M5S, FdI/AN, Violino (GM), Piccin (GM) e Pustetto (Sel); i 26 no sono arrivati da Pd, Cittadini, Sel e Barillari (GM). Colautti e Cargnelutti dell’Ncd non hanno partecipato al voto.
LA SORTITA DI NOVELLI (FI)
“Negando la possibilità di andare a votare il referendum abrogativo della riforma sanitaria questa maggioranza regionale dimostra ancora una volta che considera il cittadino soltanto come suddito che non ha facoltà di dire la sua su un provvedimento che lo riguarda così da vicino”. Ad affermarlo il consigliere regionale di Forza Italia Roberto Novelli a seguito del voto di non ammissibilità del referendum abrogativo della legge 17/2014. “Prendiamo atto – rileva Novelli – che gli esponenti del centrosinistra regionale e la presidente Serracchiani hanno deciso di calpestare quella democrazia partecipata di cui tanto si riempiono la bocca, decidendo di buttare la macero la voce dei cittadini di questa regione che certamente non hanno reagito per una posizione politica precostituita, bensì semplicemente perché questa riforma peggiora la loro sanità e i servizi ai quali devono accedere ogni giorno. “Sintomatico il silenzio della presidente Serracchiani che – conclude Novelli – pur presente in Aula, non è intervenuta sulla questione. Imbarazzo o disinteresse per le opinioni dei cittadini?”
L’INTERVENTO DI BARBARA ZILLI
“Il voto espresso oggi dall’aula rappresenta l’ennesimo schiaffo alla democrazia e alla partecipazione da parte della maggioranza – a dirlo Barbara Zilli (LN), che commenta il voto relativo ai referendum sulla riforma sanitaria, la legge 26/2014 e il referendum propositivo sull’istituzione di due province autonome Friuli e Trieste – confermando l’arroganza politica che ha contraddistinto la Giunta Serracchiani fin dall’inizio del suo Governo, attraverso riforme calate dall’alto, togliendo ai cittadini il loro giusto diritto di esprimersi su argomenti che toccano direttamente i loro interessi”.
“Riforme che fin da subito abbiamo contestato nel merito – ha detto Zilli – perché di fatto tolgono servizi al territorio e al cittadino. La giusta sollevazione dei comitati spontanei di cittadini, ma anche degli stessi addetti ai lavori e la partecipazione oggi di molti amministratori locali sono il chiaro sintomo che le riforme così come sono state fatte proprio non vanno, da quella sanitaria a quella degli enti locali. ”.
“Un merito però alla maggioranza va riconosciuto: la capacità di ricompattare i cittadini nella partecipazione attiva alla vita politica. Avremo preferito che il risultato si fosse raggiunto attraverso la strada del dialogo e dell’ascolto, cosa che non è avvenuta per nessuna delle pseudo riforme presentate dalla presidente Serracchiani colpevolmente in silenzio durante tutta la discussione”.
“In ogni caso comunque – chiosa Zilli – la gente del Friuli ha dimostrato di avere l’orgoglio di voler scrivere il proprio futuro, nel segno dell’autonomia, oggi attraversato da un rifiuto politico inaccettabile”.
IL GIUDIZIO DEI 5 STELLE
“Appena due settimane fa Debora Serracchiani parlava di “stare più vicini ai cittadini, in ascolto e in dialogo costante”. Oggi ha fatto bocciare dalla sua maggioranza di centro sinistra il referendum sulla riforma sanitaria.Referendum che è a tutti gli effetti il principale strumento di democrazia diretta a disposizione dei cittadini. Incredibile che questo avvenga per volontà del Partito – ormai sedicente – democratico”. È durissimo il commento dei portavoce del MoVimento 5 Stelle in Consiglio regionale Bianchi, Frattolin, Dal Zovo, Sergo e Ussai dopo la bocciatura al referendum votata dall’Aula.
“La maggioranza ritiene inammissibile il quesito perché si tratta di una norma molto complessa contenente almeno 18 precetti o discipline distinte e la sua abrogazione creerebbe un vuoto normativo difficilmente colmabile nei 60 giorni di latenza concessi. Abbiamo dovuto però ricordare – sottolinea Eleonora Frattolin – che questa norma complessa è stata depositata alla presidenza del Consiglio in data 13 agosto 2014 ed è stata approvata dall’Aula il successivo 2 ottobre. Approvazione che è giunta quindi in meno di 60 giorni, nei quali ci sono state tutte le audizioni e le discussioni del caso sia in Commissione che in Aula. Questo sta a significare, pertanto, che, grazie alla possibile proroga prevista per legge, avremmo avuto tutto il tempo per modificare la norma in caso di esito positivo del referendum ed evitare, in questo modo, che la Regione cadesse nel caos amministrativo paventato dall’assessore Telesca e dalla giunta Serracchiani”.
Oggi si è scritta una pagina nerissima per l DEMOCRAZIA Italiana. La cosa che colpisce di più é che è stata scritta dal Partito Democratico….mah???
A dimenticavo …. la maggioranza attualmente al Governo regionale ha PERSO in tutta la Regione alle ultime elezioni…. speriamo arrivi presto il 2018 cosí vedremo chi vi riconferma ….
Grazie per questa GRANDISSIMA PORCHERIA !!!
questo è il centro sinistra . non avevo dubbi
me ne ricorderò