L’autoproduzione di energia in primo piano nel convegno di Gemona
Autoprodurre l’energia per fuggire dalle tenaglie del mercato e della geopolitica. Ha ruotato attorno a questo progetto il convegno organizzato oggi a Gemona dall’Associazione Terza ricostruzione guidata da Sandro Fabbro.
Il docente di Urbanistica dell’Università di Udine ha chiamato a raccolta esperti di vari settori e li ha messi a confronto con una platea di giovanissimi, gli studenti dell’Isis Magrini-Marchetti, alla presenza del presidente del Consiglio regionale, Piero Mauro Zanin, del consigliere regionale Emanuele Zanon, del sindaco di Gemona, Roberto Revelant, e dell’ex ministro e parlamentare friulano Giorgio Santuz.
Ma i giovani non si sono limitati ad ascoltare le opinioni su questo tema caldo, caldissimo, quasi bollente: un gruppo di ragazzi dell’istituto superiore gemonese, e due attiviste di un gruppo di formazione politica di Codroipo, hanno esposto pubblicamente, nell’affollata aula magna della scuola, il loro punto di vista su economia circolare, filiera corta, viabilità verde, riqualificazione degli edifici dismessi e sfida ai cambiamenti climatici.
Dopo aver ricordato che “l’energia è un asset strategico per ogni Paese”, richiamando gli sforzi di Enrico Mattei per rendere l’Italia più autonoma su questo fronte, Zanin ha voluto ricostruire le premesse di quel che sta accadendo oggi attaccando “la globalizzazione di cui ci eravamo tutti innamorati, pensando che un mercato così grande potesse garantire opportunità a ciascuno e dimenticando la lezione di Zygmunt Bauman. In realtà – ha aggiunto il presidente del Consiglio regionale – la globalizzazione ha semplificato processi di supremazia, ha diviso anziché unire, come aveva previsto il sociologo polacco”.
“Poi il prezzo del gas ha cominciato a salire e ci siamo accorti che avevamo perso la nostra sovranità – ha proseguito Zanin -. Così anche gli investimenti sulle energie rinnovabili, che fino a quel momento erano poco più di un giocattolo in quanto stavano in piedi solo se qualcuno li finanziava, sono diventati convenienti e davvero necessari”.
Ma in questo scenario critico cosa può e cosa deve fare una Regione autonoma come il Friuli Venezia Giulia? Richiamando la relazione del professor Guglielmo Cevolin, docente di istituzioni di diritto pubblico a Udine, il presidente dell’Assemblea legislativa ha confermato che nel campo dell’energia l’ente “ha pochi poteri”. Ma può in ogni caso “provare a imitare il modello-Gemona illustrato prima dal direttore dell’Ape, Matteo Mazzolini – ha ripreso Zanin -, e cioè dedicarsi a una pianificazione intelligente per avviare nuovi impianti fotovoltaici e creare green communities. Ora ad esempio – ha detto ancora il presidente, richiamando la recente decisione della Giunta Fedriga – ci saranno 100 milioni di euro per gli impianti fotovoltaici delle famiglie, e tutto questo va nel segno dell’economia circolare che prevede risparmio, efficienza e autoproduzione”. Zanin ha voluto mettere in evidenza anche l’importanza del settore primario: “L’agricoltura per me è fondamentale: non mi piace l’idea di sfruttare terreni agricoli a fini energetici, mentre è ottima l’intuizione dei pannelli sui tetti e nelle aree abbandonate”. Quanto a un altro tema emerso nel dibattito, il problema della carenza di servizi e dello spopolamento delle aree montane, il presidente ha ribadito la sua convinzione che “tutto dipende dalla denatalità: inutile parlare del Friuli se non ci sono più i friulani”.
All’intensa mattinata hanno partecipato anche l’ingegner Paolo Santuz, esperto di energia e industria, l’avvocato Pietro Mussato che ha spiegato gli ostacoli pratici nell’attuazione delle norme sul fotovoltaico, la collega Barbara Puschiasis, presidente dell’associazione Consumatori attivi, che si è soffermata sull’importanza di diventare protagonisti consapevoli e non più utenti passivi nelle nostre scelte quotidiane, l’energy manager del gruppo Fantoni, Alessandro Mattiussi, che ha raccontato gli innovativi processi di economia circolare messi in atto dalle aziende anche in Fvg. Il professor Fabbro, dopo aver ringraziato pubblico e ospiti del convegno a nome dell’associazione organizzatrice, ha lasciato a Giorgio Santuz il saluto-appello finale ai giovani: “La mia generazione dopo il terremoto ha portato in Friuli l’Università e realizzato l’autostrada Udine-Tarvisio, ora c’è bisogno del vostro entusiasmo per la terza ricostruzione”.