Le presenze slave in Carnia al centro dell’ultimo incontro dell’Agosto Archeologico
Ultimo appuntamento relativo al XXXV Agosto Archeologico, che si terrà mercoledì 28 agosto p.v. alle ore 18.00 presso il Salone al 2° piano dell’Albergo Roma in piazza XX Settembre a Tolmezzo. In questa occasione il prof. Angelo Floramo ci parlerà di “Presenze slave in Carnia”,
In Carnia sono numerose le testimonianze che raccontano antiche presenze slave. Le tribù si insediarono in due momenti distinti: il secolo VI, giungendo insieme alle schiere dei Longobardi e durante il secolo X, per volontà dei Patriarchi di Aquileia, che ripopolarono i pascoli montani con tribù provenienti dalla Carantania (oggi Slovenia settentrionale) e dalla Baviera. Lasciarono le loro tracce in alcune necropoli, ma soprattutto nei culti dei loro santi, dietro ai quali si nascondevano divinità pagane sopravvissute all’evangelizzazione e nella toponomastica.
Le prime attestazioni di presenze paleoslave in Carnia sono emerse dagli scavi di Ovaro e di Verzegnis. Ad Ovaro, nel corso degli scavi nell’area della basilica paleocristiana ed a Liariis, sono state recuperate tombe di popolazioni sia autoctone che paleoslave. Le tombe paleoslave si distinguono per un rituale di sepoltura tipicamente pagano, che prevedeva l’accensione di un fuoco rituale all’interno della tomba, interpretabile come gesto per trattenere gli spiriti maligni (tra VII e IX sc. d. C.). A Verzegnis, nel 2003, su un lato dell’ambiente rettangolare di età romana situato nell’ingresso all’insediamento di Colle Mazéit, quando l’insediamento era ormai stato abbandonato, è stata rinvenuta una donna paleoslava di X sec.d.C. ,con delle malformazioni agli arti inferiori.
L’incontro sarà un’occasione per riaccendere l’interesse nei confronti di un settore di ricerca ancora negletto e poco conosciuto.