Le unità cinofile del Cnsas Fvg superano i corsi nazionali di Bardonecchia
Tre aspiranti operatori cinofili del CNSAS del Friuli Venezia Giulia hanno seguito e superato con successo i corsi nazionali per Unità Cinofile da ricerca in superficie, che si sono tenuti in Piemonte a Bardonecchia, in Alta Val di Susa, ai primi di giugno.
E’ qui che ha sede la scuola nazionale per Unità Cinofile del Soccorso Alpino Nazionale ed è qui che viene valutata l’idoneità ad operare negli interventi di ricerca dispersi di questi tecnici specializzati. Si chiamano Unità Cinofile (UC) perché, pur essendo composte da un uomo (o donna) e un cane, costituiscono un insieme indissolubile e insostituibile in situazioni di ricerca e non solo, rimanendo sempre uniti. I candidati seguono un percorso di formazione e allenamento che si svolge nell’arco di tutto l’anno in seno al CNSAS FVG con la supervisione di istruttori nazionali per poi sostenere i corsi finali ed essere valutati idonei o meno.
Quest’anno hanno partecipato al corso di Bardonecchia tre UC dal Friuli Venezia Giulia, confluendo ciascuna in tre distinte classi determinate dall’età del cane. Si tratta di Luca Zanette, della stazione CNSAS di Maniago, che ha fatto il corso con Tasca, una femmina di Pastore Belga Malinois di cinque mesi frequentante la classe cuccioli; Daniele Mozzi, della stazione CNSAS di Forni Avoltri, con Taris, un Pastore Belga Malinois di quindici mesi iscritto alla classe A; e infine Bruno Zilli, della stazione CNSAS di Forni di Sopra, con York, un Border Collie di due anni iscritto alla classe B.
“Tutti – così ha riferito Ermes De Pol, coordinatore cinofilo del CNSAS FVG – hanno superato brillantemente le prove valutative inerenti la classe a cui erano iscritti e il cinofilo Zilli ha acquisito il brevetto di operatività, risultando, a detta degli esaminatori presenti, tra le migliori unità cinofile promosse operative quest’anno. Un risultato lusinghiero, che premia il lavoro di un gruppo che opera in un settore tra i più impegnativi del Soccorso Alpino. Gli standard richiesti per arrivare all’agognato brevetto sono infatti oramai a livelli così alti, che in regime di volontariato diventa sempre più difficile ottenerlo. I fine settimana dedicati dai nostri tecnici volontari a questa passione a volte non bastano per raggiungere la professionalità e la sicurezza ad operare che viene richiesta dal sodalizio.”
La specializzazione per la “Ricerca in superficie” è solamente una tra le quattro presenti nel comparto cinofilo del Soccorso Alpino. Poco prima della stagione invernale le stesse Unità Cinofile verranno anche valutate per l’acquisizione del brevetto di operatività per la ricerca in valanga e durante l’arco dell’anno per la ricerca in macerie.
Altrettanto impegnativo è il lavoro per la formazione ed il mantenimento dell’operatività dell’Unità Cinofila Molecolare, di cui in Friuli è presente un esempio unico. In questi giorni la cinofila Claudia Colledani sta partecipando a Bad Woerishofen, in Germania, ad un seminario internazionale di Mantrailing organizzato dalla polizia tedesca, dove si sta confrontando con esponenti della cinofilia da soccorso provenienti da vari paesi europei e americani. La Colledani è assieme al suo Galileo Toby, seienne cane di razza bloodhound, figlio di Joker, il cane da ricerca molecolare della Polizia Cantonale Ticinese Svizzera che ha fornito un fondamentale contributo nel risolvere le indagini per l’omicidio di Jara Gamberasio.
(foto d’archivio di Alberto Cella)