Legambiente: «La dismissione del tratto ferroviario Pm Vat-Udine penalizza i pendolari dell’Alto Friuli»
In queste settimane la Regione FVG ha preso posizione su due importanti questioni relative alla ferrovia Pontebbana Udine-Tarvisio.
La prima riguarda la definitiva dismissione della linea ferroviaria Stazione per la Carnia-Tolmezzo, che fino ad ora era rimasta “dormiente” e sul quale sedime sorgerà una pista ciclabile. La seconda riguarda la dismissione del tratto ferroviario P.M. Vat-Udine nel quale transitano i treni passeggeri diretti in Alto Friuli e in Austria.
“Queste prese di posizione – si legge in una nota di Legambiente –derivano da ciò che i Comuni chiedono riguardo alle suddette infrastrutture; va sottolineato però che i Comuni, pur essendo espressione dei propri cittadini, non hanno competenza riguardo alla complessa materia dei trasporti ferroviari. Le strade ferrate sono opere che possono avere rilevanza regionale nazionale o come in questo caso internazionale. Sono opere difficili e lunghe da costruirsi destinate a rimanere in funzione per secoli. Le decisioni della Regione incidono sulla Ferrovia Pontebbana da pochi anni rinnovata con non pochi sacrifici da parte del territorio oltrepassato: sono state bucate le montagne, soppresse le stazioni minori, si è modificato l’aspetto dei centri abitati e scavalcato fiumi. Proprio per i risvolti sociali, ambientali ed economici che la costruzione della Ferrovia Udine-Tarvisio ha determinato in Alto Friuli, riteniamo che le decisioni succitate debbano essere frutto di una più ampia analisi che comprenda l’intera rete dei trasporti e non singole esigenze puntuali”.
“La scelta di deviare l’ingresso dei treni regionali sulla linea di cintura di Udine – prosegue l’associazione ambientalista – determinerà un aumento dei tempi di percorrenza limitando di fatto le potenzialità della nuovissima Pontebbana. Tutto questo senza aver chiarito qual’è la politica di sviluppo del trasporto pubblico locale da e per l’Alto Friuli. Cosa cambierà a chi ogni giorno prende il treno per studio o per lavoro? Servono chiarezza e confronti, serve un piano di sviluppo per l’accessibilità in Alto Friuli che tenga conto della potenzialità delle infrastrutture esistenti e dei possibili bacini d’utenza fino ad oggi ignorati come i centri industriali. Non solo turismo ma servizi per i cittadini. In mancanza di una politica dei trasporti chiara partecipata e definita secondo principi ingegneristici e urbanistici, non vi sarà alcun miglioramento per i pendolari dell’Alto Friuli che, pur viaggiando sui nuovi treni CAF, dovranno percorrere la via di cintura per accedere a Udine impiegando in definitiva, più tempo di quando c’erano i vecchi treni ALE. Stiamo stimando quanti sono i pendolari che ogni giorno vedranno aumentato il tempo di percorrenza?”.
“Gestire secondo interessi puntuali una infrastruttura complessa come è questa nuova Pontebbana – conclude la nota di Legambiente – evidenzia l’incapacità della politica di amministrare la materia dei trasporti. A nulla serve promuovere la costruzione di nuove ferrovie se poi non abbiamo la forza di utilizzarle e tutelarle nella loro integrità”.