Legambiente scettica sull’ipotesi del progetto di un parco fluviale a Tolmezzo
Nei giorni scorsi, attraverso notizie di stampa, si è appreso della volontà dell’Amministrazione Comunale di Tolmezzo di dare il via ad un intervento per rendere più gradevole agli abitanti e più attrattiva per i turisti la città, intervento che dovrebbe avere un costo di 190.000 euro.
Sul tema interviene Marco Lepre, presidente del Circolo Legambiente della Carnia-Val Canale-Canal del Ferro: “Che il Comune di Tolmezzo abbia manifestato l’intenzione di creare un parco fluviale di dieci ettari alla confluenza del torrente But nel fiume Tagliamento, realizzando percorsi pedonali, ciclabili e didattici, è una notizia davvero interessante. Peccato – afferma l’esponente ambientalista, non senza un pizzico di ironia – che si tratti non solo di un’idea vecchia, ma di una autentica previsione urbanistica risalente a ben 40 anni fa! In occasione della prima Variante Generale al Piano Regolatore del capoluogo carnico, approvata nel 1980 in adeguamento al Piano Urbanistico Regionale, l’arch. Luciano Di Sopra delimitò, infatti, una vasta area marginale all’abitato, situata lungo le rive del Tagliamento, indicandola proprio come “Parco Fluviale”. Lo scopo principale di questa scelta era quello di ricavare le superfici destinate, sulla carta, a verde pubblico, necessarie a giustificare l’espansione edilizia prevista nella piana e a ridosso del centro storico. Si trattava di aree particolarmente degradate, dove, fino alla fine degli anni Settanta e, purtroppo, anche in seguito, si sotterravano alla ben e meglio tutti i rifiuti urbani, e non solo, prodotti in zona”.
Lepre, che nel giugno di quell’anno entrò in Consiglio Comunale in rappresentanza di una lista di opposizione, ricorda come, successivamente, una petizione da lui avviata raccolse oltre 700 firme di cittadini che chiedevano la creazione di un parco pubblico, effettivamente fruibile da anziani e bambini, che avrebbe potuto qualificare l’intera città. L’ambito proposto era quello, all’epoca in gran parte non edificato, compreso tra via Lequio e via Caterina Percoto, nella zona in cui si trovavano Villa Cedolini (oggi sede del Commissariato di Polizia), un bel frutteto di proprietà della Cartiera Burgo e i capannoni militari dismessi. L’ipotesi fu parzialmente recuperata in uno studio finanziato dalla Regione (in base alla LR 39/1986) alla fine degli anni Ottanta, ma divenne qualcosa di più di un semplice auspicio, solo con l’amministrazione di sinistra guidata da Renzo Tondo tra il 1990 e il 1995, quando Lepre rivestì la carica di Assessore all’Ambiente e alla Cultura. Nelle Direttive al nuovo Piano Regolatore del 1994, recepite e concretizzate poi nel Piano Struttura e nella zonizzazione urbanistica nel 1997, l’area superstite fu individuata come sede di un “Parco Urbano” di circa due ettari.
“Se la previsione non si è tradotta in realtà e fu di fatto cancellata, è per precisa responsabilità delle Amministrazioni che seguirono – dice Lepre -. Quella guidata da Ilario Brollo, che, nonostante la vicenda divenisse anche oggetto di interrogazione del Gruppo dei Verdi in Parlamento, nel 1999 permise la realizzazione della nuova Caserma della Polizia Stradale e dei relativi garage sui terreni espropriati alla Burgo, e quella guidata da Sergio Cuzzi, che, con quello che se commesso da un privato sarebbe risultato un “abuso edilizio”, nel 2004 fece costruire un parcheggio a due piani che il P.R.G. aveva previsto in realtà in via Divisione Garibaldi”.
“Persa questa fondamentale occasione per dotare Tolmezzo di un vero Parco – prosegue Lepre -, quello che è accaduto invece in quello che doveva essere il Parco Fluviale lo abbiamo visto in seguito: dapprima con la realizzazione del Poligono di Tiro e poi con una sorta di autodromo che si è voluto chiamare palestra addestrativa e pista di guida sicura, per aggirare le norme urbanistiche. Si tratta di opere costate complessivamente qualche milione di euro di danaro pubblico, che avrebbero dovuto portare grandi benefici anche in termini turistici, ma che hanno prodotto soprattutto inquinamento acustico, come ben sanno i cittadini”.
“Ora, capisco – conclude Lepre – che l’Assessore Francesco Martini, già responsabile di clamorosi errori al Campo di Atletica, sia convinto che più si sbaglia, più si debba venire premiati, però, con questi precedenti, i progetti, pur lodevoli, del prof. Nicolini e dei suoi allievi dell’Università di Trento, non trovo giusto che debbano venire finanziati con risorse regionali, che sarebbe più utile e giusto destinare ad altri interventi. Mi vengono subito in mente i percorsi lungo il bellissimo torrente Resia, che potrebbero venire estesi e collegati sull’esempio del Sentiero dell’Isonzo, in Val Trenta, una delle principali attrazioni del Parco Nazionale del Triglav; oppure il completamento del sentiero naturalistico attorno al Lago di Cavazzo, ancora più importante se affiancato dallo spostamento dello scarico della Centrale di Somplago, previsto anche dal Piano Regionale di Tutela delle Acque. In questo modo si renderebbe oltretutto giustizia a quei comitati e quelle amministrazioni locali che si sono battuti realmente in difesa delle loro risorse e bellezze naturali”.
(nella foto di copertina il sito in cui doveva venire realizzato a Tolmezzo il Parco Urbano )