L’esercizio rallenta il decadimento cognitivo tra gli anziani dell’Alto Friuli
“Mi avete fatto riflettere sulla memoria, che non è più quella di una volta”, oppure: “La sera se faccio fatica ad addormentarmi svolgo gli esercizi: scelgo una lettera e trovo le parole, mi piace pensare alle parole più difficili”.
Sono due tra le reazioni raccolte tra le persone anziane al centro del progetto “AttivaMente: Stimolazione cognitiva a domicilio contro il decadimento cognitivo negli anziani che vivono in località marginali delle Valli alpine friulane”, promosso dall’impresa sociale Melius srl – impresa sociale, i cui risultati sono stati presentati martedì 16 maggio a Resiutta, presso lo Spazio Polifunzionale del Comune alla presenza delle Amministrazioni locali che hanno aderito al progetto (Pontebba, Resia, Resiutta e Moggio Udinese), il Servizio sociale dei Comuni dell’ambito territoriale del Gemonese e del Canal del Ferro-Val Canale, il partner scientifico di Progetto “Optimens srl – sb”, gli operatori e gli utenti anziani protagonisti della sperimentazione.
La premessa era che gli studi dimostrano che la stimolazione cognitiva e la socialità permettono di ritardare la comparsa dei sintomi associati alle malattie neurodegenerative, perciò la sperimentazione svolta da Melius srl – Impresa Sociale intendeva raggiungere persone anziane che vivono nelle località più isolate della montagna friulana, che godono di poche occasioni per socializzare e quindi di mantenersi attivi a livello mentale.
Il progetto ha permesso di erogare una serie di allenamenti cognitivi da parte di operatori formati tramite l’uso del telefono nei confronti di anziani isolati e residenti in montagna, esercizi forniti da una piattaforma messa a punto da «Optimens» partner scientifico di Trieste. Le azioni sono state svolte nei comuni di Resia, Resiutta, Pontebba e Moggio Udinese grazie al supporto del Servizio sociale dei Comuni dell’ambito territoriale del Gemonese e del Canal del Ferro-Val Canale.
Tre le fasi nelle quali si è articolato lo svolgimento del progetto: animazione territoriale e innovazione sociale con incontri sul territorio finalizzati alla creazione delle reti e individuazione delle platee di utenti e operatori; formazione degli operatori all’utilizzo della piattaforma predisposta e gestione degli appuntamenti; erogazione degli allenamenti di stimolazione cognitiva.
Come ha spiegato la project manager Angela Puppini, “la sperimentazione ha coinvolto un campione di 10 utenti anziani, dopo una fase laboratoriale che ha visto partecipi numerose persone della Canal del Ferro Valcanale, e le valutazioni e gli impatti in termini scientifici sono possibili al termine della futura sperimentazione che intendiamo realizzare nel corso del prossimo anno e che coinvolgerà un numero maggiore di utenti”.
Va sottolineato che “sulla base dei feedback degli operatori e anziani coinvolti è emerso che gli utenti hanno percepito l’esperienza utile per il loro benessere cognitivo, divertente per via delle relazioni positive con gli operatori e la tipologia degli esercizi svolti, sentono inoltre che questa pratica ha arricchito il loro quotidiano. Dal punto di vista cognitivo si può concludere che c’è stato un generale miglioramento rispetto alle prestazioni iniziali (punteggi degli esercizi corretti ed errori) e che nel 20% dei casi c’è stato un miglioramento significativo”.
Per Maurizio Ionico, amministratore unico di Melius srl – impressa sociale, “è decisiva la collaborazione tra gli attori territoriali (Comuni, Servizio sociale territoriale, Terzo settore) per affrontare i problemi complessi che comportano la regressione demografico e l’esplosione della classe d’età + 65 anni” considerato che “si ampliano i rischi di decadimento cognitivo e di isolamento delle persone”.
Tra i punti chiave emersi nella sperimentazione si può affermare che si sono creati dei legami tra operatori e anziani fatti di interesse reciproco; attualmente infatti alcuni operatori sono ancora in contatto con gli anziani e si scambiano dei messaggi. Gli utenti anziani risultano più motivati, attivi e partecipativi rispetto all’inizio del percorso e hanno maturato il riconoscimento delle proprie lacune e situazione; il progetto ha permesso loro di riconoscere in quali attività erano più attivi a livello mentale. Infine, si è constatata la ripetizione degli esercizi: una volta terminata la sessione con operatore, gli anziani li ripetevano a mente durante la loro giornata mentre svolgevano altre mansioni.
I limiti dell’esperienza che si necessita riportare sono legati all’isolamento: non è stato possibile raggiungere principalmente utenti isolati e che tendono a non partecipare alle attività di comunità, per difficoltà di instaurare un dialogo con costoro. Un secondo limite, come anticipato precedentemente ha a che fare con l’evidenza scientifica: per disporre di evidenza di natura scientifica è necessaria una platea più ampia di utenti.