Liberati da un allevamento casalingo in Friuli 115 animali maltrattati
Ventitrè capre rinchiuse in recinti sporchi e angusti, con gli zoccoli molto lunghi e in stato di evidente trascuratezza, impossibilitate a girarsi; venti conigli imprigionati in piccole gabbie con il fondo grigliato; nove galline insieme a tredici pulcini letteralmente compressi con coperchi di fortuna in cassette di plastica. E ancora, quattro cani imprigionati in serragli senza alcuna possibilità di uscire, così come una cavalla di sei anni, che rinchiusa dalla nascita in un box di appena 3 metri per tre, presentava movimenti stereotipati caratteristici degli animali sottoposti allo stress di una reclusione forzata.
Sono queste le drammatiche condizioni di detenzione in cui le Guardie eco zoofile dell’Oipa (Organizzazione Internazionale Protezione Animali) hanno ritrovato 23 capre, 20 conigli, 3 maiali, 13 pulcini, 3 faraone, 29 anatre, 3 oche, 9 galline, 2 tacchini, 3 galli, 2 quaglie, 4 cani ed 1 cavallo, per un totale di 115 animali, reclusi all’interno di un allevamento casalingo a Campolongo Tapogliano, in provincia di Udine.
Confinati in un terreno di appena 200 metri quadri, tutti gli animali vivevano in condizioni di estremo sovraffollamento e degrado, rinchiusi in recinzioni sporche e arrugginite e privati di qualsiasi cura sanitaria tanto che, uno dei cani, è stato trovato affetto da dermatite, alopecia, vasto edema alle zampe e con una ferita ad un arto anteriore sinistro mai curata.
Numerose, inoltre, sono state le irregolarità riscontrate in merito alla documentazione necessaria alla registrazione degli animali, molti dei quali ritrovati privi di codice identificativo di stalla.
Di fronte al rifiuto del proprietario ad acconsentire l’accesso alla proprietà, le guardie dell’Oipa di Udine hanno provveduto ad inoltrare istanza urgente di sequestro preventivo alla Procura della Repubblica di Udine che, in tempi record, ha emesso un decreto urgente con esecuzione forzata di sequestro per detenzione di animali in condizioni incompatibili con la loro natura e produttive di gravi sofferenze.
Grazie anche al supporto delle guardie dell’Oipa di Gorizia e con l’intervento di tre veterinari Asl e di due trasportatori, tutti i 115 animali sono stati prelevati e affidati a quattro diverse strutture risultate idonee (una cooperativa sociale, un centro di recupero fauna selvatica, un rifugio e un pascolo alpino) dove potranno finalmente vivere in totale libertà fino alla fine della loro esistenza e nel pieno rispetto delle loro esigenze etologiche.