L’Ipsia Candoni di Tolmezzo coinvolto nei corsi di formazione della Regione mirati al settore caseario
Corsi di formazione legati anche a esperienze lavorative internazionali, mirati al settore caseario e progettati dalla Regione in partenariato con cinque istituti scolastici del territorio: è ciò in cui consiste il progetto pilota elaborato dagli assessori regionali alla Formazione e Lavoro Alessia Rosolen e alle Risorse agroalimentari, ittiche e forestali e alla Montagna Stefano Zannier.
Destinatari del progetto, che può contare su un budget di 200mila euro, sono i neodiplomati.
In collaborazione con l’Ita Brignoli di Gradisca d’Isonzo, l’Ita P. D’Aquileia di Cividale, l’Isis il Tagliamento di Spilimbergo, l’Ipsia Candoni di Tolmezzo e l’Ipa Sabbatini di Pozzuolo, la Regione Friuli Venezia Giulia promuove un’esperienza formativa in strutture di eccellenza presenti nei Paesi e nelle Regioni aderenti alla macrostrategia Eusalp (Italia, Francia, Germania, Austria, Slovenia, Svizzera e Liechtenstein) per approfondire la conoscenza di metodi innovativi e di avanguardia nel settore agricolo. A tale scopo verranno creati due gruppi di 20 allievi, selezionati dagli istituti partecipanti al progetto.
“L’iniziativa – come ha spiegato Rosolen – estende al settore primario, tradizionalmente più conservatore, il nuovo modello della formazione che abbiamo inaugurato per la meccanica e il sistema portuale e navale”. L’assessore ha rilevato come sia stata “impressa una svolta ai modelli formativi, esplorando misure e strumenti che vertono sull’obiettivo di incrociare domanda e offerta del mondo del lavoro. Strategico, in questa ottica, il ruolo delle scuole, soprattutto degli istituti tecnici: ecco perché questa iniziativa, applicata al sistema agricolo, diviene paradigma di riferimento ed espressione di una filiera istruzione-formazione-lavoro cucita addosso alle reali istanze del territorio”. Sul territorio regionale sono presenti circa 40 caseifici registrati, cui si sommano altre strutture più piccole. “Il nostro comparto zootecnico – così Zannier – regge grazie alla qualità dei prodotti: per il Friuli, la zootecnia non è solo un ramo dell’economia, ma è soprattutto un elemento distintivo della nostra cultura”. L’assessore alle Risorse agroalimentari ha osservato che, “mentre implodono modelli economici basati sui servizi, si registra un ritorno dell’economia legata alla terra. Se sapremo coniugare le tradizioni all’innovazione, daremo una reale prospettiva a tutto il territorio”. Zannier ha ricordato anche come la pezzata rossa rappresenti un’eccellenza della regione, così come il latte del Friuli Venezia Giulia “è un prodotto di altissima qualità. Non potendo essere competitivi in termini di quantità, dobbiamo esplorare nuove frontiere della qualità. Con questo progetto – ha concluso – studiamo modelli europei vincenti per trarre insegnamenti, migliorare e offrire nuove opportunità ai nostri giovani che vorranno cimentarsi con la sfida, impegnativa e gratificante, del lavoro applicato alla terra”.