Massarutto: «Necessario l’intervento pubblico per regolare i costi energetici»
“Ci siamo arrivati, finalmente. Ma con cinque mesi di ritardo. E in questi mesi in pochi si sono arricchiti enormemente e tanti altri hanno subito autentici salassi”.
Gabriele Massarutto, presidente di Idroelettrica Valcanale di Tarvisio, che fornisce l’ergi elettrica a circa 5mila utenti in montagna, dà voce al malcontento di famiglie e imprese vessate dal caro energia e non risparmia critiche alla lentezza con cui il sistema dell’energia in Italia ha affrontato i segnali minacciosi sui mercati internazionali, sino al botto nelle bollette di fine anno.
Le argomentazioni di Massarutto hanno definito il punto di sintesi del tavolo di Resia, nell’incontro organizzato da TiLancio. Parola d’ordine: calmierare i prezzi. “Va bene che il ministro Cingolani sia arrivato alle nostre stesse conclusioni – aggiunge l’imprenditore -, ma in Italia ci sono 40 milioni di utenti. In un sistema non regolato vige la legge della giungla. I più forti mangiano tutto, i singoli vengono abbandonati a loro stessi”.
Come uscirne? “Un efficiente sistema energetico è indispensabile a ogni insediamento produttivo – risponde Massarutto -. Non c’è crescita economica senza energia. Oggi i prezzi di gas e petrolio sono impazziti, anche a causa del conflitto in Ucraina. Vanno bene le rinnovabili, ma ci vorrà tempo. Per ora, una misura indispensabile è la regolazione dei costi con intervento pubblico.
Anna Micelli, sindaco di Resia, chiarisce anche la questione centralina idroelettrica sita nel Comune stesso, attualmente controllata e gestita dal Cosilt. Dopo aver ricordato che la scadenza del contratto è fissata al 2026, Micelli ha avanzato la possibilità che l’energia prodotta da Cosilt, oggi venduta sul mercato, possa essere trasferita a vantaggio dei cittadini e degli imprenditori della valle. “Il costo dell’energia ha subito una crescita vertiginosa negli ultimi mesi e nulla fa credere che le cose possano andare meglio nei prossimi anni – afferma il sindaco di Resia -. Dobbiamo pensare a come proteggere famiglie e imprese che si insedino nella valle. Il 2026 non è vicinissimo, ma è ora di cominciare a parlarne”.