Massiccio spam a scopo estorsivo, i consigli della Polizia Postale
È in corso massiva attività di spamming a scopo estorsivo con l’invio di email in cui gli utenti vengono informati dell’hackeraggio del proprio account di posta elettronica ad opera di un gruppo internazionale di Criminali. L’account sarebbe stato hackerato attraverso l’inoculamento di un virus mentre venivano visitati siti per adulti. Da qui scaturisce la minaccia di divulgare a tutti il tipo di siti visitati e la conseguente richiesta di denaro in criptovaluta.
ATTENZIONE, nulla di tutto ciò è reale: rappresenta un’invenzione dell’autore del reato, elaborata al solo scopo di gettarci nel panico ed indurci a pagare la somma illecita: è tecnicamente impossibile, infatti, che chiunque, pur se entrato abusivamente nella nostra casella di posta elettronica, abbia potuto – per ciò solo – installare un virus in grado di assumere il controllo del nostro dispositivo, attivando la webcam o rubando i nostri dati.
Ecco dunque alcuni consigli su come comportarsi:
– Mantenere la calma: Il criminale non dispone, in realtà, di alcun filmato che ci ritrae in atteggiamenti intimi né, con tutta probabilità, delle password dei profili social da cui ricavare la lista di nostri amici o parenti
– Non pagare assolutamente alcun riscatto: l’esperienza maturata con riguardo a precedenti fattispecie criminose (come #sextortion e #ransomware) dimostra che, persino quando il criminale dispone effettivamente di nostri dati informatici, pagare il riscatto determina quale unico effetto un accanimento nelle richieste estorsive, volte ad ottenere ulteriore denaro
– Proteggere adeguatamente la nostra email (ed in generale i nostri account virtuali):
– Cambiare – se non si è già provveduto a farlo – la password, impostando password complesse;
– Non utilizzare mai la stessa password per più profili;
– Abilitare, ove possibile, meccanismi di autenticazione “forte” ai nostri spazi virtuali, che associno all’inserimento della password, l’immissione di un codice di sicurezza ricevuto sul nostro telefono cellulare.
Tenere presente che l’inoculazione (quella vera) di virus informatici capaci di assumere il controllo dei nostri dispositivi può avvenire soltanto se i criminali informatici abbiano avuto disponibilità materiale dei dispositivi stessi, oppure qualora siano riusciti a consumare, ai nostri danni, episodi di phishing informatico: è buona norma quindi non lasciare mai i nostri dispositivi incustoditi (e non protetti) e guardarsi dal cliccare su link o allegati di posta elettronica sospetti.
Per tutte le informazioni contattaci su www.commissariatodips.it
Al riguardo avrei una proposta. Ho pensato che potrebbe essere una buona idea proporre ai vari responsabili di Enti e/o Istituzioni Culturali e/o Industriali l’istituzione di un premio (Diploma,Encomio,Borsa di studio,Premio in vile denaro) per quegli studenti e/o appassionati di informatica che riuscissero a rintracciare/risalire non solo a questi, ma a tutti quei malintenzionati che “pensano” di essere furbi, comportandosi in questo modo.
Sarebbe un modo per incentivare i giovani a fare qualcosa di utile per la società ed a portarli ad interessarsi di qualcosa, invece lasciarli alla mercè della droga ed altre attività ludiche che non possiamo certamente definire esaltanti ed utili alla loro formazione.
Mandi
Gino Gaier
Per esempio, l’indirizzo IP da cui era stata inviata una delle tante e-mail estorsive di cui si parla nell’articolo era digysystem@digysystem.it – IP: 151.236.34.106
Non ci dovrebbe voler poi molto a rintracciare questi “buontemponi” e fargli capire che c’è qualcuno che li può rintracciare.
Gino