Mazzolini: «Delle bandiere di Legambiente ne facciamo tranquillamente a meno»
«Bandiere di Legambiente? Ne possiamo fare tranquillamente a meno»: inizia così Stefano Mazzolini a commento delle bandiere verdi o nere assegnate dall’associaizone ambientalista.
«Sono dell’idea che Legambiente sia contraria all’insediamento umano in natura, non si spiegano altrimenti le uscite pubbliche e le varie assegnazioni di bandiere spesso a scopo politico – afferma il vicepresidente del Consiglio Regionale -. La gente è stufa delle solite politiche proibizioniste di questa associazione che vuole creare riserve indiane per un uso esclusivo del territorio, cosa che io non permetterò mai. Sono note le loro continue proteste anche per lavori di manutenzione degli alvei dei fiumi. Sono per la tutela della nutria invece che dell’uomo. L’abbandono del territorio che Legambiente auspica non corrisponde alla volontà di vivere in montagna dell’uomo né alla tutela del territorio».
Mazzolini fa alcuni esempi: «Il “sequestro” del lago di Cave del Predil ha ridotto l’area a degrado totale. Il divieto di ampliamento del demanio sciabile di tutto il Friuli Venezia Giulia lasciando il bosco allo stato brado, niente più prati, né animali impollinatori. I continui no ad uno sviluppo seppur sostenibile. Cosa dovrebbe fare una vallata che non ha imprese ma vive solo di turismo se non tutelare il proprio territorio in ottica di stabile insediamento umano?».
«Abbiamo dato una visibilità internazionale a tutta la regione con l’evento del Giro d’Italia sul Monte Lussari, un investimento con un ritorno in valore di 13 volte e il giorno dopo non c’era una cartina per terra e a questi non va bene», prosegue l’esponente della Lista Fedriga, che poi si sofferma sul tema delle monoslitte: «Tutte le regioni e gli stati confinanti al nostro prevedono un utilizzo delle motoslitte per scopi turistici su sentieri delimitati e privi di alcun danno all’ambiente. Abbiamo fatto uguale, abbiamo normato ciò che veniva comunque già fatto. Diamo la possibilità di far economia in inverno e magari evitare lo spopolamento. D’estate i sentieri predisposti possono essere riconvertiti per le bici, per il trekking e il turismo slow. E anche questo, a questa associazione non va bene».
«Cara Legambiente, abbandoniamo la montagna definitivamente o investiamo in una tutela in simbiosi con l’uomo?», conclude Mazzolini.