Mazzolini (Lega): «Il progetto per la montagna: riprendere l’economia delle centraline e dell’acqua»
«Rimango della mia idea, e cioè che le centraline idroelettriche medio-piccole non abbiano senso di esistere. Ma di fronte a un parere positivo espresso da un Comune, in questo caso Paularo, la Regione non può fare nulla».
Stefano Mazzolini (Lega), vicepresidente del consiglio regionale, dice la sua sulla recente raccolta di firme indetta a Dierico, frazione della località in val d’Incarojo, per bloccare la realizzazione di un impianto sul torrente Pecol Lungo.
«La petizione è stata avviata nei giorni scorsi da alcuni residenti e sono pronto a sottoscriverla», dice Mazzolini, che però precisa: «Sono contrario alla creazione di centraline come quella in oggetto, accreditata di una potenza di 240 Kilowatt/ora. In questo caso, però, c’è il parere favorevole di una amministrazione, che ha oltretutto adottato anche le misure urbanistiche del caso. Non solo: ci sono altre autorizzazioni già concesse, come la Via, ovvero la valutazione di impatto ambientale. Ecco, di fronte a tutto questo, la Regione non può bloccare l’iter, perché rischierebbe l’omissione in atti pubblici. Non possiamo fare un granché».
Di fronte a questa situazione, si rafforza ulteriormente, secondo l’esponente del Carroccio, la necessità di creare una società regionale in-house che consenta di beneficiare delle risorse presenti sul territorio: «Assieme all’assessore all’Ambiente ed Energia Fabio Scoccimarro – prosegue Mazzolini – stiamo lavorando già da mesi ad un organismo che, sfruttando le opportunità messe a disposizione nelle varie zone, possa poi redistribuire le ricchezze soprattutto nelle aree montane. Con questa società, per esempio, potremmo sfruttare gli utili delle centraline idroelettriche su fiumi e torrenti per abbattere le bollette dell’acqua e dell’energia nei Comuni al di sopra dei 400 metri sul livello del mare».
A che punto è l’iter? «Ci sono già dei fondi a disposizione per lo studio di fattibilità – svela il vicepresidente del consiglio regionale – per creare un ente sulla scorta di quelli esistenti in Val d’Aosta o Sud Tirolo. La Società regionale delle energie, come si potrebbe chiamare il nuovo organismo, prende spunto anche da realtà virtuose già attive sul territorio come Secab, Idroelettrica Valcanale o la Società cooperativa Idroelettrica di Forni di Sopra».
Secondo Mazzolini, è ora di dire stop allo sfruttamento di risorse regionali da parte di soggetti terzi: «Abbiamo esempi negativi sul Chiarsò, per rimanere a Paularo, ma anche sul Pesarina a Prato Carnico – conclude -. Basta con gli sfregi al paesaggio! I vantaggi devono rimanere sul territorio che dà vita a queste attività. Anche per questo è ancora più fondamentale che si crei la Provincia della montagna, dotata di una sua autonomia economica e di necessario potere decisionale».