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Mentil (Pd): «Sull’impianto Siot a Paluzza aumentano i timori della comunità»

«Le preoccupazioni della comunità rispetto agli impatti ambientali dell’impianto di cogenerazione che Siot intende realizzare a Paluzza rimangono, anzi sono aumentate perché i lavoro sono andati avanti, seppure legittimamente, ma senza un confronto sui dati dell’Ape che affermano il contrario di quanto afferma Siot. Ad alimentare un clima di timori sono le continue e non richieste dichiarazioni del presidente di Siot, Alessio Lilli che non perde occasione per ergersi, con la “sua” Siot, paladino della transizione ecologica».
Lo afferma il consigliere regionale Massimo Mentil (Pd), già sindaco di Paluzza, commentando le dichiarazioni del presidente di Siot, Alessio Lilli relative ai quattro impianti di cogenerazione previsti dal piano nel piano industriale della Società italiana per l’oleodotto transalpino.
«La Regione non ha recepito le istante del Comune di Paluzza, quelle di Legambiente e del movimento di cittadini, Siot tanto meno, e l’unica cosa che abbiamo in mano sono i dati dello studio Ape», continua Mentil, affermando che «fa specie che il presidente di Siot ribadisca costantemente posizioni e argomentazioni a supporto degli impianti di cogenerazione quando di fatto non sono state affatto chiarite e dimostrate le loro tesi sugli impatti ambientali».
Intanto resta ancora pendente il ricorso che l’Amministrazione comunale di Paluzza ha presentato lo scorso 21 marzo contro l’autorizzazione concessa dalla Regione. «Con Siot è mancato finora un confronto sereno e come ultima spiaggia ci siamo visti costretti a rivolgerci al Tar per tutelare la comunità – aggiunge Mentil -. E proprio riguardo agli investimenti che Lilli dice che Siot abbia previsto per la comunità, mi basta solo dire che dagli anni ’60 non c’è mai stato alcun intervento salvo uno di sicurezza spondale ad appannaggio della stessa Siot. Quindi di benefici non se ne vedono per questo impianto e non se ne sono mai visti in passato, in 60 anni è stato sempre accettato tutto e ora che civilmente la comunità si oppone la Siot risponde andando avanti per la sua strada», conclude l’esponente Dem.

Ieri Mentil era intervenuto anche sul tema sanità a margine della risposta all’interrogazione attraverso la quale chiedeva alla Giunta Fedriga di avviare un interlocuzione ufficiale con i medici di medicina generale e coinvolgere il Consiglio per affrontare le carenze soprattutto nella zona montana.  «La risposta interlocutoria dell’assessore regionale alla Salute, Riccardi, sulla preoccupante carenza di medici di base in montagna non risolve il problema, né pone le basi per immaginare un quadro risolutivo differente da quella attuale, il medico di vallata, che ha dimostrato i suoi limiti – le sue parole – È necessario privilegiare il servizio di prossimità e il rapporto confidenziale esistente tra medico di base e paziente, cosa che la soluzione che la Regione ha dato, con il medico di vallata, non ha garantito viste le diverse segnalazioni che abbiamo ricevuto da parte di cittadini il cui medico si è trasferito. Da Riccardi, nella sua risposta, abbiamo ricevuto solo una serie di dati, di normative che non danno l’idea di quello che si vuol fare per ovviare alla situazione difficile – spiega Mentil -. Pur all’interno di un quadro nazionale di riferimento che pone responsabilità su vari livelli, non si può ignorare il fatto che il governo locale della salute pubblica è in capo alla Regione, la quale può certamente porre in essere azioni volte a migliorare situazioni di difficoltà”.