Migranti, Fedriga: «L’Unione europea aiuti i singoli Stati membri nel controllo dei confini»
“L’Unione europea deve aiutare i singoli Stati membri nel controllo dei confini come previsto dall’accordo di Schengen”.
Lo ha affermato il governatore del Friuli Venezia Giulia Massimiliano Fedriga intervenendo in videoconferenza alla 141esima sessione plenaria del Comitato europeo delle Regioni intitolata “Nuovo patto sulla migrazione e l’asilo”.
“Schengen non prevede solo la libera circolazione all’interno dell’Unione – ha rimarcato Fedriga – ma anche che gli Stati membri debbano presidiare i confini”.
“In nessuno stato democratico occidentale è permesso l’ingresso irregolare. Questo però è ciò che, purtroppo, è avvenuto in Europa negli ultimi anni, dove si continua a non distinguere fra chi abbia diritto alla protezione e chi invece questo diritto non ce l’abbia”.
“Il caso italiano è eclatante – ha aggiunto il governatore -. L’attuale Governo ha reintrodotto una protezione speciale che, di fatto, dà un’ampia discrezionalità, superando sia lo status di rifugiato che la protezione sussidiaria”.
“Inoltre chi entra in Europa e fa domanda di protezione, prima di ricevere risposta, può circolare liberamente sul territorio, impedendo che si concludano i rimpatri. Anche se le procedure vengono ultimate, la persona che non ha diritto a restare, infatti, non è più rintracciata”.
“Senza tralasciare poi – ha aggiunto – che molti Paesi, nonostante ci siano accordi precisi sui rimpatri, non accettano i loro cittadini. Su questo la Ue potrebbe avere un ruolo importante, per esempio, comminando sanzioni a quegli Stati che non rispettano questi patti”.
“Ci siamo dimenticati un diritto importante per queste persone: quello a non migrare – ha rimarcato Fedriga -. Ciò significa dare a tutti la possibilità di rimanere nella propria terra di origine dove poter trovare soddisfazione, sviluppo e futuro”.
“L’Unione europea negli ultimi anni ha favorito invece l’immigrazione irregolare, finanziando anche quelle Ong che, agendo contro la legislazione internazionale, continuano a importare irregolari che rimangono tali nei nostri territori”.
“La Ue si sta scordando di chi non ha la forza né economica né fisica per migrare. Importando invece manodopera a basso costo e facendo un dumping salariale inaccettabile ci stiamo dimenticando – ha affermato Fedriga in conclusione – degli ultimi fra gli ultimi, dei deboli fra i deboli, dei poveri fra i poveri”.