Mimesi, Azzardo, Vertigine, Competizione. Ecco il Festival Maravee Ludo a Majano
Si riapre il Castello delle meraviglie! Sabato 29 ottobre alle ore 18.00 la grande ouverture ufficiale del Festival Maravee Ludo al Castello di Susans di Majano annuncia il varo di un’edizione votata all’interattività e al protagonismo dello spettatore. Il Gioco, tema scelto per il 2016, affrontato con l’attenzione dedicatagli nel tempo da filosofi, sociologi e antropologi, si eleva a metafora dell’esistenza quotidiana, tesa fra regole e affermazione individuale. Interpretato e declinato in dipinti, sculture, videoproiezioni, performance di danza, teatro e musica, prenderà corpo in magici e ludici scenari in cui il gioco nell’arte si catapulta nell’arte del gioco.
Dopo gli eventi di preview tenutisi a Lignano e a Pordenone, il Festival ideato e diretto da Sabrina Zannier e gestito dall’Associazione culturale Maravee – grazie al sostegno della Regione Friuli Venezia Giulia, dell’azienda Gervasoni, main sponsor del progetto, dei Comuni di Gemona del Friuli e di Lignano Sabbiadoro, con il Patrocinio del Comune di Majano – entra nel vivo della sua progettualità visionaria che quest’anno approda complessivamente in ben 11 location, fino a marzo 2017. In un tripudio di linguaggi contemporanei che strizzano uno sguardo giocoso alla società di oggi, inaugura una formula più frizzante ed energica. All’insegna del movimento e della partecipazione, s’incentra su numerosi eventi performativi che dialogano in presa diretta con il pubblico e su opere interattive che sollecitano l’esperienza ludica elevando lo spettatore ad attore della scena creativa. Grazie alla partecipazione di artisti soprattutto italiani – perché il coinvolgimento ludico emerge in forza nel DNA del Bel Paese – ma anche argentini e californiani.
Facendo leva sulla più nota analisi antropologica del gioco, quella dello storico olandese Johan Huizinga che, riprendendo Kant, nel 1938 in Homo Ludens esamina il gioco come fondamento di ogni cultura e di ogni organizzazione sociale, Maravee Ludo approda al concetto filosofico di “gioco come simbolo del mondo”. E a suon di simboli suddivide le ambientazioni scenografiche di opere e performance nelle quattro categorie individuate dal sociologo Roger Caillos per classificare i giochi: Competizione, Azzardo, Simulacro, Vertigine. Tutte a scorrimento continuo sui tre piani del maniero friulano, dove l’evento inaugurale metterà in scena la stretta relazione fra opere d’arte visiva e azioni performative, brevi ma intense. Concepite appositamente per essere replicate nel corso della serata d’ouverture, seguendo flussi e riflessi degli spettatori, daranno a tutti la possibilità di partecipare. Attraversando le sale anche accompagnati da un coloratissimo Food Design su vassoi ambulanti o scenografato e “da asporto”. Tutto inizierà dall’ormai atteso videomapping sulla facciata del Castello, ideato e concepito dagli studenti del Liceo Artistico Sello di Udine, che annuncerà, già ai piedi del maniero, il concept dell’intero Festival con immagini, animazioni e sonoro votati al ludismo dell’arte che guarda alla vita.
La sezione della MIMESI – che sottende l’intero concetto di gioco, sempre teso alla creazione di un mondo fittizio – punta il dito sul gioco inteso come simulacro, come maschera atta a creare identità altre e come “maschera” che simula il vero. Si estenderà in tre sale al primo piano del castello, dedicate alla pittura iperrealista del goriziano Luca Suelzu, che catapulta il giardino dell’Eden legato al gioco d’infanzia nella visionarietà adulta della maschera. In un’ambientazione che ammicca al camerino teatrale, innanzi agli autoritratti dell’artista in versione “mimo”, le attrici Claudia Contin Arlecchino e Rita Maffei insceneranno una performance sul concetto di relazione con l’altro da sé, ammiccando da un lato all’Arlecchino punk rock di Alberto Camerini, tra i personaggi più estrosi della musica italiana anni Ottanta; dall’altro lato coinvolgendo il pubblico in un curioso gioco di mimesi. La sezione proseguirà al secondo piano del castello con le sculture dell’argentino Daniel González, che da una ricerca sul rito della celebrazione veste di paillettes i packaging dei prodotti-icona versando in altro da sé i simboli della società contemporanea. Con un’affascinante videoproiezione, Giovanna Ricotta, artista ligure ma milanese d’adozione, tenderà un ironico tranello sulla mimesi sensuale fra sport e cibo, anche attraverso una performance che dalla mazza da golf sfocia nella leccornia da pasticceria.
Ritornando al primo piano del castello ci s’imbatterà nella sezione dell’AZZARDO, dove il gioco contempla l’intervento del caso, del destino, chiamando in causa, sul fronte dell’arte, l’utilizzo di materiali disparati, come insceneranno le grandi sculture della veronese Anna Galtarossa, che vive tra l’Italia e New York. Abitato dai suoi Fantasmi, il salone sarà animato dalla poesia sonora di Enzo Minarelli, noto a livello internazionale sin dagli anni ’70 per condurre la poesia nelle sue praticabili aperture verso il suono, la scrittura, il video e lo spettacolo.
La sezione della VERTIGINE, dedicata al gioco inteso come abbandono all’ebbrezza del movimento, proporrà un vero e proprio “cambio di scena” del grande salone rispetto alle scorse edizioni. Grazie al giovane artista fiorentino Michelangelo Bastiani, che offrirà al pubblico una suggestiva e lirica esperienza d’interazione con le videoinstallazioni. Da calpestare, attraversare e animare, come suggeriranno le giovanissime danzatrici Cabiria Lizzi e Camilla Missoni con una performance coreutica d’invito all’interattività ludica.
Il piano terra del castello sarà il luogo del gioco propriamente inteso come COMPETIZIONE, dell’artista con i linguaggi della tecnologia contemporanea che imperversano nel quotidiano; e dello spettatore che gareggia con l’arte. Con il californiano Marc Chiat il gioco si nutre di sana competizione ginnica nelle performance di ragazzi con lo skater, azionabili dal visitatore che interagisce con la postazione di un computer. Con il milanese Mauro Ceolin, primo artista italiano che si è occupato del linguaggio del videogioco, l’ibridazione linguistica – estetica dei media, videogame, immaginario fotocine-videografico – e la passione scientifica (bio-fisio-zoo-logia) conducono a una pratica relazionale che confluisce nel diorama performativo Il comportamento sociale degli animali videoludici. La competizione tra corpo umano e corpo animale si gioca tra immagine, danza, videogioco e natura. Nato entro una ricerca che l’artista conduce da anni, questo spettacolo – che vedrà sulla scena le performers Claudia Bauzon, Erica Mattioni, Erica Modotti, Chiara Pasqualini e Martina Tavano – è stato concepito appositamente per Maravee Ludo, con il coordinato di Martina Tavano in collaborazione con l’Atelier EnidUDanza di Udine