CulturaGemonese

Muri da fare e da fotografare ad Artegna

Per (ri)fare un muro a secco servono: pietre adeguate, uomini e donne pazienti e resistenti alla fatica, conoscenze che solo un valente artigiano è in grado di comunicare e trasmettere. E tanta, tanta pratica. I cantieri del paesaggio promossi dall’Ecomuseo delle Acque del Gemonese e dal Comune di Artegna compiono sei anni, tra pochi giorni partirà l’edizione 2020 del corso che in Borgo Monte completerà il ripristino di un lungo muro di contenimento.

I primi tre cantieri hanno consentito di sistemare le opere murarie a margine del Troi dal Cret, sul Colle di San Martino; i successivi hanno riguardato il primo tratto del sentiero che conduce al Monte Faeit. Anche quest’anno Tommaso Saggiorato sarà il maestro artigiano che dirigerà il cantiere, i partecipanti provenienti da tutta la Regione verranno divisi in due gruppi, nel rispetto delle norme Covid-19 in vigore.

Per l’occasione, nelle sale del Castello Savorgnan, sul colle di Artegna, è stata allestita la mostra “Muri e cantieri. L’arte dei muri a secco nel Gemonese”, con in più la possibilità di osservare il muro “rifatto” a più riprese lungo il tracciato che dall’altura scende in via Sottocolle.
Le foto di Graziano Soravito documentano con grande efficacia i manufatti più rappresentativi, attestanti una cultura secolare che ha fatto uso dalle risorse naturali locali e prodotto espressioni formali strettamente legate al contesto geografico di riferimento, come i muri a sostegno dei terrazzamenti sulle prime balze prealpine ad Artegna, Gemona e Montenars.
Le immagini riguardano anche le varie edizioni dei cantieri del paesaggio che permettono di tramandare un’arte antica – patrimonio immateriale dell’umanità – e di restituire al territorio una parte della sua storia.

La mostra, visitabile fino al 27 settembre, è aperta il sabato e la domenica dalle 10 alle 12.30 e dalle 15.30 alle 19.