Museo, didattica, sport, ricettività, manifattura. Il nuovo volto dell’Opificio Linussio a Tolmezzo
È stato presentato ieri, al Nuovo Cinema David di Tolmezzo, lo studio di fattibilità in forma di Masterplan, sui possibili scenari di recupero e riuso della Villa e dell’Opificio Linussio (già Caserma Cantore) sviluppato dalla Fondazione Nord Est e commissionato dal Carnia Industrial Park.
L’evento pubblico, organizzato dal Comune di Tolmezzo assieme al Consorzio e all’UTI della Carnia, nell’ambito del programma di Tolmezzo Città Alpina 2017, ha visto la partecipazione di molti cittadini e istituzioni locali, che hanno seguito con interesse e curiosità gli interventi del prof. Stefano Micelli dell’Università Ca’ Foscari di Venezia e di Fondazione Nord Est e dell’arch. Massimo Fadel dello Studio Cooprogetti di Pordenone, i quali hanno illustrato il Masterplan “Villa e Opificio Linussio – un cantiere di rigenerazione territoriale”.
Il coinvolgimento dei cittadini, delle associazioni e di gruppi (formali e non), degli operatori della cultura, della scuola e della formazione, del mondo imprenditoriale e del turismo, di giovani studenti delle scuole e dell’università, assieme ad un’analisi comparata con i più interessanti esempi di rigenerazione urbana nazionali e internazionali, sono stati infatti il punto di partenza di un percorso che ha tracciato le linee guida dello Studio e che continuerà a coinvolgere attori pubblici e privati nelle fasi di progettazione e di successiva attuazione degli scenari di possibile riuso dell’area.
L’intera visione ha l’ambizione di rappresentare una cruciale opportunità di rinascita per il territorio, come ha sottolineato il Presidente del Carnia Industrial Park, Mario Gollino: «Il progetto, oltre a beneficiare di uno spazio fortemente simbolico, si pone l’obiettivo di segnalare una possibile svolta nella traiettoria di sviluppo della Carnia, contrassegnata, negli ultimi anni, da una pesante riduzione della popolazione e dal suo progressivo invecchiamento. “Villa e Opificio Linussio” – prosegue il Presidente – può diventare il crocevia capace di attirare risorse dall’esterno e nello stesso tempo aprire la Carnia a nuove opportunità di sviluppo.»
Considerando gli spazi attuali (complessivi 42.650 mq) e prevedendo un piano di sistemazione dell’area esterna e l’abbattimento di alcuni edifici minori, l’intervento si articola su un volume di 71.330 mc e una superficie di 18.810 mq. Superfici importanti che evidenziano immediatamente l’impatto urbanistico e sociale che potrebbe essere determinato dall’intervento di recupero, sulla città di Tolmezzo e sull’intero territorio. A risultare però ulteriormente importante sono le possibili ricadute sociali e di sviluppo locale, tenuto conto delle progettualità previste dal Masterplan.
Uno spazio museale, con un’area espositiva di 6.960 mc nella Villa Linussio, dedicato ad ospitare in via prioritaria sedi stabili di possibili musei d’impresa che rimandano alle figure imprenditoriali storiche della manifattura locale: Jacopo Linussio nel ‘700 e la storia della manifattura tessile, Jacopo Linussio nel ‘900 e la Lamborghini Sci, Apollo Prometeo Candoni e la storia di SEIMA Italiana Spa. Spazi ulteriori dell’area museale e culturale destinati ad ospitare uffici e sedi di enti e associazioni culturali, attività convegnistica ed esposizioni temporanee.
Spazi dedicati alla didattica e alla formazione – 38 aule ricavate nelle due barchesse posteriori – destinati ad accogliere scuole già presenti in Carnia, ma anche nuove esperienze come gli ITS, Summer School e attività seminariali.
Una struttura ricettivo-alberghiera – con 63 camere per un totale di 115 posti letto – sul modello dei “boutique hostel”, con formule tipo “short stay apartments”, per soggiorni di breve periodo, che sappia rispondere alla domanda di ospitalità generata dalle attività e dagli eventi programmati, oltre a costituire un modello di offerta alberghiera fortemente connotata e distintiva rispetto a quella tradizionale.
Una palestra polifunzionale e una palestra da roccia al coperto (mc 4.800 mq 800,00) finalizzati sia allo sviluppo sportivo-turistico dell’Alto Friuli, che ad attività ludiche per gli sportivi e le famiglie della Carnia.
Spazi destinati a bar e ristorazione (mc 8.450, mq 1.280,00+640,00) per offrire occasioni di svago e socialità e valorizzare, anche in termini turistici, alcune importanti realtà enogastronomiche del territorio.
Spazi destinati alla manifattura, con 12 laboratori da 200 mq ricavati negli spazi delle ex scuderie, adattati e rimodulabili ad attività manifatturiere tradizionali e innovative come i coworking.
Un progetto molto complesso e impegnativo per il quale è stato stimato un investimento complessivo di oltre quindici milioni di euro, che richiederà il coinvolgimento e il coordinamento di un gran numero di soggetti privati e di istituzioni pubbliche, con ricadute misurabili sullo sviluppo economico e sulla rigenerazione della Carnia. Un territorio molto dinamico da un punto di vista industriale, che può trovare in questo nuovo “Cantiere di rigenerazione territoriale” un elemento unificante in grado di riscoprire l’orgoglio e l’identità di un’area e dei suoi abitanti. Un luogo simbolico capaci di connettere, in una nuova sfida: passato e futuro, cultura e manifattura, pubblico e privato, giovani e anziani, popolazione della Carnia e turisti.
«Dopo l’apertura il 18 dicembre scorso del cantiere di restauro degli affreschi del salone centrale quello di ieri – afferma il Sindaco di Tolmezzo Francesco Brollo – è stato il momento formale di avvio di un cantiere di rigenerazione territoriale per tutta la Carnia. Un territorio che si trova dinnanzi ad un’opportunità concreta di sviluppo socio economico basato su nuove e più aperte visioni come il ritorno della manifattura negli spazi urbani, la diffusione di spazi tipo coworking e laboratori, nuove modalità di interazione tra cultura e formazione, turismo dinamico e alternativo. Diamo così al territorio un obiettivo e una strategia per rilanciarsi.»
Soddisfatto del lavoro svolto e della numerosa e qualificata partecipazione alle attività di raccolta delle proposte, il professor Stefano Micelli: «la mia famiglia è originaria di Resia, questo lavoro ha avuto fin da subito per me anche una valenza affettiva. Ho scoperto ancora di più i valori positivi di questo territorio. Bellissime storie d’impresa e di manifattura avanzata, associazionismo spontaneo e fermenti culturali, natura incontaminata e attività sportive outdoor, giacimenti gastronomici e piccole produzioni agricole di assoluto livello. E’ da queste (ri)scoperte e valorizzazioni che siamo partiti per immaginare un “contenitore” innovativo in grado di svolgere il ruolo di propulsore e magnete di una nuova rinascita di tutta la Carnia»