Nasce il Comitato Difesa dell’Ospedale di San Daniele, chiesto un incontro con Riccardi
Il neocostituito Comitato Difesa Ospedale Sant’Antonio di San Daniele del Friuli ha indirizzato una lettera al vicegovernatore con delega alla Saute della Regione Riccardo Riccardi con la richiesta di un incontro e un confronto.
“Siamo consapevoli che l’Emergenza Covid-19 si sta rivelando una sfida ostica sotto ogni punto di vista, ma il Sistema Sanitario Regionale non può reggersi solo su strutture Covid – si legge nella lettera firmata da Nuto Girotto, consigliere comunale di Ragogna e portavoce del Comitato -. L’Ospedale di San Daniele, come evidentemente tutti noi sappiamo, doveva essere Covid-free per poter garantire la normale erogazione delle prestazioni sanitarie e, soprattutto, l’incolumità del Reparto Nascite. La nascita del Comitato, a differenza di come è stata derubricata, non è frutto di polemica o rottura nei confronti delle autorità competenti, ma è strettamente legata alla necessità di una comunità estesa di cittadini, che ha il vitale bisogno di questo Ospedale, maggiormente data la destinazione di tutte le altre strutture; è impensabile che, in casi di emergenza, Tolmezzo e Udine si facciano carico di tutto il bacino di utenza. Nel momento in cui si è palesata la difficoltà dell’Ospedale, con i primi casi del virus, in tanti ci siamo confrontati chiedendoci cosa potesse essere successo e, di giorno in giorno, tutto peggiorava sempre di più, senza avere alcun tipo di segnale”.
“L’8 novembre, giorno del suo annuncio riguardo la decisione di riorganizzare il Sant’Antonio, ovviamente ci siamo subito attivati – prosegue la lettera -. Non ci spiegavamo le sue dichiarazioni che spacciavano per meditata e ponderata una riorganizzazione decisa, in realtà all’ultimo, in quanto il focolaio oramai era sfuggito da ogni forma di controllo. In quel momento ci siamo accorti che non era stato fatto abbastanza e che valeva la pena approfondire la questione e costituire un Comitato che lavorasse per la verità e per il ripristino totale dell’Ospedale. Siamo però sinceri e apprezziamo le sue parole i del giorno seguente, Dove di fatto ha spiegato che il fulcro della questione era fare in modo che il focolaio si spegnesse e che la riorganizzazione aveva le sue ragioni”.
“Assodata questa parte, restano tuttavia numerose richieste di cui ci facciamo portatori – dice Girotto -. Ribadiamo innanzitutto l’importanza di un ripristino totale dei servizi dell’Ospedale, per garantire ai cittadini un pronto intervento e una tranquillità psicologica fondamentale in questi tempi incerti nonchè, per scongiurare una già in atto congestione per gli Ospedali di Tolmezzo e Udine. Portiamo quindi a sua conoscenza il fatto che ci siamo confrontati con diversi operatori del Sant’Antonio che ci riferiscono che non sono state attuate tutte le precauzioni per far fronte all’Emergenza Covid: da inizio pandemia ci doveva essere una divisione di percorsi in Ospedale e ci viene detto che non è mai stata applicata. Inoltre durante questa seconda ondata, quindi anche prima e durante l’esplosione del focolaio presso la struttura, gli operatori non sono stati messi nella condizione di lavorare in sicurezza vista l’assenza di dispositivi di protezione idonei a livello individuale”.
“Concludiamo questa missiva con la consapevolezza che non potrà biasimarci per le nostre grandi preoccupazioni di comunità e convinti che sarà assolutamente disponibile ad un confronto con noi”, la conclusione.