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Nel nuovo romanzo di Raffaella Cargnelutti il coraggio silenzioso della Carnia

Non sempre il fronte della Resistenza si è combattuto con le armi. Lo sa bene la scrittrice tolmezzina Raffaella Cargnelutti, che torna in libreria con “L’altra guerra” (Mursia), un romanzo ispirato a fatti reali che racconta la forza silenziosa e il coraggio nascosto delle donne friulane durante il secondo conflitto mondiale e che sarà disponibile in tutte le librerie italiane a partire dal 16 aprile.

Ambientato nel 1944 in un piccolo paese della Carnia occupato dai tedeschi, il romanzo ha per protagonista Dora, una giovane donna che vive nell’albergo di famiglia, trasformato suo malgrado in crocevia di soldati, sfollati e partigiani. Attraverso il punto di vista femminile, Cargnelutti restituisce al lettore una narrazione intensa e autentica di una guerra vissuta più nei silenzi e nei piccoli gesti quotidiani che nei clamori eroici. Una “altra guerra”, appunto, fatta di atti di resistenza invisibili, di scelte difficili e di coraggio domestico.

Scrittrice, critica e storica dell’arte, Raffaella Cargnelutti ha fatto del racconto del suo territorio la cifra distintiva della sua produzione letteraria. Tra le sue opere più note figurano Il ritratto di Maria. Saga di una famiglia carnica al tempo dei cramars (KappaVu editore, 2010), La valle dei Ros (Bottega Errante Editore, 2020) e Le spiritate di Verzegnis (Mursia, 2021), oltre alle biografie romanzate dedicate ai grandi maestri friulani del Quattrocento e Cinquecento.

Con la capacità di intrecciare finzione e memoria storica, Cargnelutti offre ai lettori uno sguardo nuovo sulla Carnia e sulle sue genti, contribuendo a dare voce, attraverso la letteratura, a un patrimonio umano spesso dimenticato. “L’altra guerra” conferma così il suo impegno nel far conoscere il Friuli Venezia Giulia oltre i confini regionali, restituendo al piccolo una dimensione universale. “Un anno tra i più crudeli quello tra la primavera del 1944 e la Liberazione, dove la popolazione viene ridotta all’indigenza – racconta -. Nonostante ciò all’albergo con osteria “Al Sole”, gestito a Prato Carnico da Dora e sua madre, troveranno cura e ospitalità tedeschi, partigiani, caucasici. Una storia di coraggio e accoglienza che può fornire ancora oggi molti spunti di riflessione. Uno sguardo inedito che porta luce su chi, pur senza essere al fronte, combatte per salvare principi di convivenza, umanità e libertà. Un coro di voci silenziate che ora parlano e raccontano”, precisa l’autrice, che ritorna su questi temi, già in parte trattati nel suo precedente romanzo “Alla gentilezza di chi la raccoglie”