Nel Sandanielese si cerca accoglienza per 163 migranti
Ridistribuire i richiedenti asilo sul territorio anche per consentire una gestione ottimale dei Centri di prima accoglienza. Un appello che l’assessore regionale alla Solidarietà Gianni Torrenti ha espresso, oggi, ai rappresentanti dell’Ambito distrettuale di San Daniele del Friuli che erano presenti all’incontro nella sede della Prefettura a Udine, con il prefetto di Udine Vittorio Zappalorto e le associazioni di volontariato, per discutere sull’attuazione del Piano di accoglienza dei richiedenti asilo.
L’assessore ha ribadito l’obiettivo dei Centri di prima accoglienza la cui funzione è quella di ospitare temporaneamente le persone che transitano sul nostro territorio effettuando i primi controlli sanitari e burocratici “ma poi – ha chiarito – c’è necessità che i migranti vengano ricollocati altrove, in modo da permettere alla struttura di fare quello per cui nasce, ovvero l’accoglienza primaria e non diventi centro di permanenza. E’ fondamentale per un’organizzazione ottimale poter contare su un 50 per cento di posti disponibili per gli ingressi così da consentire una rotazione continua e virtuosa, di entrate e uscite”.
Per dare corso a questo iter, è importante una distribuzione dei migranti su più comuni e una risposta immediata, anche da parte dell’Ambito distrettuale di San Daniele del Friuli, ad accogliere, sul proprio territorio, 163 migranti.
Un modello, quello dell’accoglienza diffusa che, secondo Zappalorto, rappresenta una formula che rispetta la democraticità delle scelte e offre una gestione più strutturata.
Il sindaco di San Daniele del Friuli, Paolo Menis, presente fra gli altri all’incontro, ha evidenziato la tradizione storica di integrazione dell’area così come il presidente dell’Ambito, Luca Picco, che ha sottolineato la volontà di coinvolgere tutti i Comuni, come si sta già iniziando a fare, per creare un progetto di integrazione complessivo che riguardi sia gli ospiti sia la comunità ospitante.
Torrenti nel puntualizzare la necessità di avere una risposta in tempi brevi, ha ricordato che c’è una distanza fra timori e realtà, dimostrata dalla maggior preoccupazione dei cittadini residenti nei comuni che non ospitano nessun profugo, rispetto ai comuni accoglienti. Ha ricordato, infine, come non vi sono problemi di ordine pubblico e come il modello di accoglienza diffuso, già presente in molti enti locali del Friuli Venezia Giulia, offre risposte sociali e di integrazione.