Nove anni fa moriva Eluana Englaro. Papà Beppino: “Oggi per me è il giorno del silenzio”
“Oggi per me è la giornata del silenzio. Non esiste niente che possa dire”: così Beppino Englaro a nove anni esatti dalla morte della figlia Eluana, deceduta in una clinica di Udine dopo essere rimasta in stato vegetativo per 17 anni. Eluana aveva solo 21 anni la sera del 18 gennaio 1992 quando, tornando a casa, perse il controllo dell’auto scivolata sul fondo ghiacciato di una strada sulle colline lecchesi.
Poteva essere un banale incidente, ma il colpo alla testa le provocò danni irreversibili. Per 17 anni rimase ricoverata in una clinica, sottoposta a idratazione e alimentazione forzata. Il padre e la madre decisero che quell’accanimento doveva finire e si rivolsero alla giustizia. Una battaglia lunga ma che, all’approvazione della legge sul biotestamento lo scorso 14 febbraio, fece dire a Englaro che “non dovrà esserci mai più una tragedia nella tragedia come quella di Eluana. Questo è un giorno importante per i diritti e le libertà di tutti, una svolta di civiltà del nostro Paese”. Oggi però, in quella che è stata proclamata giornata nazionale degli stati vegetativi, Beppino Englaro preferisce non parlare.