Nove comuni carnici costruiranno una stalla nelle zone terremotate
Nove comuni della Carnia costruiranno una stalla di 350 mq a Castelluccio di Norcia a beneficio di un’azienda agricola gravemente danneggiata dai recenti, gravissimi eventi sismici che hanno colpito le popolazioni dell’Umbria e delle Marche.
E’ l’iniziativa solidale denominata “Operazione stalle 2.0” di cui Arta Terme è capofila; i comuni coinvolti sono Cercivento, Ligosullo, Paularo, Paluzza, Treppo Carnico, Ravascletto, Sutrio, Zuglio e l’UTI della Carnia. I sindaci dei comuni carnici hanno concordato di sostenere due interventi diretti, a carattere di emergenza, per l’immediata realizzazione di ricoveri per animali per la stagione invernale. L’operazione, iniziata questa settimana, è coordinata dal Gruppo ANA Pal Piccolo di Paluzza e dai volontari dei vari comuni, con il supporto logistico a cura della Protezione civile regionale assieme alla Cia (Confederazione Italiana Agricoltori) del Friuli Venezia Giulia.
Anche diverse aziende locali della Carnia partecipano al progetto “Operazione Stalle-Alta Carnia-Valnerina 2016”, mettendo a disposizione gratuitamente legname, impianti e progetti. Ogni comune aderente all’iniziativa, inoltre, donerà duemila euro, l’Unione Territoriale Intercomunale della Carnia 15mila. Saranno concessi inoltre 40 metri cubi di legname da opera ricavabile da bosco comunale, sulla base di una stima del materiale necessario alla realizzazione della stalla. L’opera sarà effettuata da soggetti privati operanti nel settore della filiera del legno, con carattere di intervento volontario e a titolo interamente gratuito.
Considerata la drammaticità degli eventi che hanno colpito quel territorio, si sono resi disponibili a partecipare e ad avviare iniziative analoghe anche altri comuni della Carnia, terra che non è nuova a gesti di generosa solidarietà: in passato, nel 1997, cinque comuni carnici sostennero, insieme alla Protezione Civile regionale, i comuni umbri di Sigillo e Gualdo Tadino. Come sempre, quando si tratta di aiutare e lavorare, i friulani e i carnici non si tirano indietro. Il ricordo del drammatico terremoto del ’76 non è così lontano: oggi si dà una mano a chi, come noi allora, si trova senza casa e orfano della sua attività.