Novità in arrivo per i contributi prima casa, bonus ulteriore per i comuni montani
Un pacchetto di modifiche per agevolare imprese e cittadini nell’accesso ai contributi regionali sulla prima casa e sull’edilizia convenzionata. È quanto la Giunta regionale ha approvato in via preliminare, su proposta dell’assessore regionale alle Infrastrutture e territorio, Mariagrazia Santoro, introducendo una serie di modifiche ai regolamenti che disciplinano l’edilizia agevolata (contributo prima casa) e l’edilizia convenzionata.
I due regolamenti, entrati in vigore nel 2016, danno esecuzione alla riforma organica delle politiche abitative e riordino delle Ater per le parti in cui la legge prevede la possibilità per i privati di accedere ad un contributo una tantum per il recupero e acquisto con recupero della prima casa di abitazione (edilizia agevolata) e per l’acquisto, assegnazione e locazione, anche con patto di futura vendita, di alloggi in regime di edilizia convenzionata.
Come spiega Santoro, “in entrambi i canali le modifiche introdotte sono finalizzate a facilitare l’immissione nel mercato di alloggi ristrutturati e a rimettere in moto l’economia del settore, ampliando l’erogazione di contributi anche a tetti di spesa inferiori”.
Un’attenzione particolare viene rivolta alla montagna “con l’intento – prosegue Santoro – non solo di favorire il ripopolamento, ma anche di disincentivare l’abbandono delle abitazioni da parte di chi già risiede in montagna”.
Nel dettaglio, in tema di edilizia convenzionata viene anticipato il momento dal quale l’impresa può svincolare dagli obblighi della convenzione gli alloggi rimasti invenduti o non locati. Il precedente termine di due anni dalla data di fine lavori viene modificato a “dopo un anno dall’affissione all’albo pretorio dell’avviso” per individuazione degli acquirenti o dei locatari. L’affissione può intervenire anche prima della fine lavori (modifica all’articolo 10 – recessione dalla convenzione).
Viene poi modificata la norma transitoria (art.52 del regolamento) per consentire ai cittadini di presentare domanda di contributo anche se acquistano alloggi oggetto di interventi di recupero già avviati o realizzati da non più di due anni da parte di imprese, laddove il regolamento attuale lo consentiva solo se gli alloggi erano oggetto di interventi di nuova costruzione.
“In questo modo diamo risposta ad una richiesta specifica del mondo imprenditoriale”, conferma Santoro, ricordando che l’intero impianto normativo della riforma “è frutto di un percorso partecipativo che ha coinvolto tutti gli Stati generali della casa, quindi anche le attuali modifiche sono frutto di una valutazione concertata sull’esperienza dal primo anno di attuazione della norma”.
In tema di edilizia agevolata, la modifica più importante (art.7 – forma degli incentivi) riguarda il contributo aggiuntivo, nella misura di 2500 euro in più, per iniziative in Comuni interamente montani; l’incentivo potrà essere riconosciuto anche a cittadini già residenti in tali Comuni, compreso il Comune stesso in cui ha sede l’alloggio oggetto della domanda di contributo, mentre prima era attribuito solo a chi proveniva da un altro comune.
Viene poi ridotto il tetto della spesa minima necessaria per accedere ai contributi per le iniziative che riguardano interventi edilizi minori (manutenzioni straordinarie e manutenzioni per messa a norma di impianti tecnologici o per l’efficientamento energetico) che passa da 30 mila a 20 mila euro. Resta l’importo di 30 mila quale spesa minima per gli interventi di acquisto e recupero, ristrutturazione edilizia, ristrutturazione urbanistica, restauro e risanamento conservativo.
Nel calcolo della spesa minima, inoltre, sono ora ricomprese anche le spese tecniche e gli oneri fiscali, voci di spesa che per un privato cittadino costituiscono un costo non rimborsabile.
Tutte le modifiche introdotte sono retroattive e quindi si applicano anche alle domande già presentate.