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Numero unico per le emergenze 112, è tutti contro tutti in Friuli Venezia Giulia

“Il tempo medio di risposta degli operatori 112 in Friuli Venezia Giulia è tra i 6 e gli 8 secondi: vicinissimo a quello della Lombardia, la più veloce con 5 secondi, con molta più esperienza alle spalle. Chi continua a ripetere che in FVG non funziona nulla, sa di dire bugie, manca di rispetto a chi mette l’anima nel servizio 112 e 118, piccona la fiducia dei cittadini in un sistema di emergenza che ogni giorno funziona e risponde. Ci sono stati pochi casi eccezionali, alcune situazioni incresciose, è vero. E queste sono sotto la lente occhiuta di Novelli, e tanto gli basta per dire che tutto va male. I mille casi in cui si parla del “tempestivo arrivo dell’ambulanza” o della volante “arrivata in pochi minuti” non fanno notizia, ma fanno statistica, e descrivono un servizio di emergenza migliore di tanti altri in Italia”. Lo ha rilevato l’assessore regionale alla Protezione civile e al Coordinamento delle riforme Paolo Panontin.

“Se si parla di numeri, i tempi di risposta sono questi, così come lo sono la diminuzione degli inoltri all’emergenza sanitaria (41,6 per cento in meno), a cui corrisponde un aumento assoluto degli interventi sanitari, pari al 7 per cento. Se invece parliamo di impressioni, la Lombardia, di stretta misura primatista rispetto al Friuli Venezia Giulia, fa twittare di compiacimento il presidente Maroni. Forse non dovrebbe essere una gara, ma è la logica dei social media”.

L’assessore ha ricordato che “il numero unico consegue una precisa direttiva europea del 2002, rilanciata in Italia dal decreto Landolfi (2006, governo Berlusconi) e nata, nella modalità attiva in Friuli Venezia Giulia, da una collaborazione interistituzionale tra la Lombardia, patria del 112, e il Friuli Venezia Giulia. Non abbiamo inventato niente, abbiamo applicato con rigore. Forse il fatto che il FVG sia a guida centrosinistra rende i nostri tecnici meno capaci di quelli della Lombardia? Io non lo credo proprio”.

Paolo Panontin 

“Tutto il Paese va verso il numero unico semplicemente perché questa è la direzione dell’avanzamento tecnologico e organizzativo. Basti pensare all’ immediata localizzazione e identificazione del chiamante. Ci sono procedure da perfezionare, alla luce delle sperimentazioni, ma sia chiaro che non possiamo farlo noi in FVG. Noi possiamo coordinarci meglio con le centrali di polizia, VVF, CC, mettere più personale (fatto) e magari fare proposte a Roma per avviare le sale interforze. E visto che il Nue nasce a Bruxelles, anche là bisogna parlare e spiegare come risolvere i problemi” “Scagliarsi contro la Giunta regionale è forse una comoda attività aiutata da sfortunate circostanze, ma non serve a migliorare il servizio e genera paura e sfiducia nei cittadini. Noi, che non auguriamo al centrodestra di governare in assoluto, in particolare non gli auguriamo di governare in queste condizioni, dato che il 112 continuerà ad esistere anche nella prossima legislatura”.

Secondo Panontin, “in questi giorni, in alcune aree del Paese, in particolare a Roma, ma anche in Piemonte e in Liguria o altrove, l’operatività del numero unico ha riscontrato difficoltà e suscitato polemiche. L’acredine che abbiamo visto nella nostra regione non ha eguali: abbiamo sentito il capogruppo di FI spingersi a lanciare neanche tanto velate minacce al direttore del Nue Galasso. Se questa è l’opposizione, se c’è qualcuno disposto a distruggere e ad augurarsi sempre il peggio pur di gettare fango sulla Giunta, noi non accetteremo questo gioco allo sfascio”.

“Noi siamo dalla parte dei cittadini e dialoghiamo – ha concluso Panontin – con rappresentanti istituzionali di ogni colore politico, affrontando i grandi temi delle comunità nazionale e regionali, come sono le risposte alle calamità e alle emergenze, con un approccio informato e prudente e con spirito costruttivo di comunità”.

GLI ATTACCHI DELLE OPPOSIZIONI

“Le affermazioni dell’assessore Telesca, la quale sostiene che con la Centrale unica del 118 e l’avvio del 112 “cresce l’appropriatezza e si riducono i tempi di intervento” sono un mix di ignoranza, arroganza e mistificazione”. Il consigliere regionale del M5S Andrea Ussai commenta così i primi dati forniti dalla Giunta

Andrea Ussai

Serracchiani dall’attivazione del Nue. “Tutti i professionisti del settore sanno che prima di applicare il nuovo Piano dell’emergenza urgenza nelle province di Gorizia e Trieste non si rilevavano criticità che invece erano presenti nelle province di Udine e Pordenone, in particolare nei comuni montani. Ora è ovvio – spiega Ussai – che l’aumento del numero dei mezzi (quattro), tra l’altro solo nelle ore diurne (7-21), possa avere giovato sui tempi di soccorso a livello regionale, ma nulla si dice sui tempi medi di soccorso (dallo squillo al Nue all’arrivo sul target) per codici gialli e rossi suddivisi per singola provincia e sulle variazione rispetto a situazione di gestione precedente, dati che qualche settimana fa abbiamo provveduto a chiedere ufficialmente alla Direzione salute e nemmeno sulla percentuale di utilizzo del nuovo programma per il “dispatch” rispetto a totale chiamate e sulla percentuale globale (regionale) di corrispondenza tra codice assegnato con “dispatch” e codice di rientro, dove c’è il forte sospetto che vi sia una sopravvalutazione della gravità”.  L’assessore parla di un 71,7% di ottemperamento degli standards temporali nei codici più gravi ovvero solo di 7 caso su 10. Gli altri 3 casi gravi ricevono un soccorso tardivo – attacca il consigliere del M5S. E’ questa una reale ammissione di colpa che può innescare problematiche importanti per la salute dei cittadini che evidentemente non hanno lo stesso diritto alla salute in almeno 3 casi su 10. La norma recita chiaramente che i tempi di soccorso nei codici gravi devono essere di 8 minuti in ambito urbano e di 20 minuti in ambito extraurbano, il nostro sistema di emergenza non garantisce questi numeri per cui è fuori legge”.

“Senza parlare del fatto che tra i codici gravi alcuni hanno la facoltà di ricevere completamente un soccorso medico-infermieristico adeguato, altri hanno solo l’infermiere senza la presenza del medico, altri solo il medico con un équipe non professionale costituita da volontari o addirittura, nel caso che tutti i mezzi siano impegnati, solo volontari soccorritori (anche su questo abbiamo fatto una richiesta di accesso agli atti)”. “Sono numeri che, ancora una volta raccontano di una riforma fallimentare fatta contro qualsiasi standard scientifico, che mette a rischio i cittadini e gli operatori. Una riforma – conclude Ussai – da rigenerare dalle basi”.

Riccardo Riccardi

“È inutile continuare a dire che il sistema del Nue 112 è presente in Lombardia ed è imposto da procedure comunitarie. La differenza è che dalle altre parti funziona e da noi no. Il limite, a questo punto, è stato definitivamente superato. Dopo la gravissima disorganizzazione nella gestione delle emergenze di questi giorni arrivano, a offendere l’intelligenza degli abitanti di questa regione, le parole dell’assessore Panontin”. Lo dichiara il capogruppo di Forza Italia in Consiglio regionale FVG Riccardo Riccardi.

“Questa Giunta – prosegue Riccardi – conferma per l’ennesima volta la propria assoluta incapacità di governo e l’arroganza con cui da sempre si rapporta alle esigenze e alle legittime richieste della cittadinanza”. “Politicamente questi 5 anni rappresentano il punto più basso per la regione, sia dal punto di vista del merito delle politiche messe in atto che del metodo odioso per tutti i cittadini che è stato adottato. All’assessore Panontin dico che se non sono capaci di gestire un’emergenza che era stata abbondantemente annunciata la colpa è solo loro. Bisogna che lo ammettano e che vadano a casa”, conclude l’esponente di Forza Italia.

Un pensiero su “Numero unico per le emergenze 112, è tutti contro tutti in Friuli Venezia Giulia

  • walter zalukar

    Prima del NUE nelle Centrali provinciali 112, 113,115, 118 presenti in FVG operavano per ogni turno oltre 40 operatori (in realtà di più se si considerano le sottocentrali 112 delle Compagnie e Tenenze CC e la Polizia stradale), quindi c’erano almeno 40 operatori che potevano rispondere contemporaneamente in prima battuta, se il 115 di una provincia era impegnato per maltempo si poteva chiamare il 113 o il 112, comunque una Centrale di soccorso ( e il cittadino che chiama HA BISOGNO SUBITO DI ASCOLTO), comunque se contemporaneamente si aveva bisogno di soccorso sanitario i 4 118 provinciali avrebbero risposto subito. Ora una qualsiasi emergenza che interessi una sola componente del sistema blocca tutte le altre, perché vi sono 6 operatori NUE che rispondono e altri 40 operatori professionisti di polizia, vvf, ecc. impossibilitati a rispondere anche se liberi; quindi un collo di bottiglia che per risolverlo ci vorrebbe un operatore NUE per ogni operatore degli altri enti , quindi il 500% in più, e per cosa? per comunque ritardare il soccorso ed eventualmente complicarlo con errate indicazioni, essendo gli operatori NUE inevitabilmente inesperti del campo specifico, l’emergenza, e inesperti anche del territorio. Evitiamo la farsa della geolocalizzazione: lo stesso capo del NUE ha dichiarato al Piccolo che è sicura solo se da telefono fisso, quindi se uno chiama con cellulare da una località che l’operatore non conosce e ha difficoltà ad identificare per una persona con funzioni vitali in pericolo, nel tempo di comprendere dove inviare i soccorsi questa è morta. Ed in caso di incendio il dramma non cambia. E finiamola anche con le chiamate cosiddette improprie: ho diretto per oltre 15 anni il 118 di Ts, non c’è mai stato un problema chiamate improprie, esistevano ma in numero contenuto e mai hanno rallentato l’attività di soccorso, e sfido chiunque a provare (PROVARE non ipotizzare) il contrario. Adesso si parla di valore aggiunto di un sistema che per filtrare le chiamate improprie (quante veramente? credo nessuno le abbia riscontrate OGGETTIVAMENTE) ritarda tutte, ma proprio tutte, le vere emergenze. Scusate la lunghezza, ma è ora di finirla di giocare, sì proprio giocare, con la vita, la salute, la sicurezza dei cittadini, nonché la salvaguardia dei loro beni.

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