Nuovo impianto per produrre energia da fonti fossili, manifestazione a Paluzza
Riceviamo da Franceschino Barazzutti e pubblichiamo.
Nel 1911 gli abitanti della Valle del But costituirono la Società Elettrica Cooperativa Alto But (Secab) per trasformare le loro acque in energia elettrica pulita che tuttora viene distribuita a condizioni decisamente favorevoli non solo ai soci ma anche ai non soci, alle aziende e ai Comuni della Valle del But. Energia pulita che da allora ha permesso di mantenere pulita e salubre l’aria nella valle.
Ora la Società Italiana per l’Oleodotto Transalpino (SIOT) di Trieste, che gestisce il tratto italiano, con l’intento dichiarato di volersi rendere energeticamente autonoma nonostante l’oleodotto abbia normalmente funzionato attingendo la corrente elettrica della rete nazionale, ha depositato in Regione domanda di installare nella centrale di pompaggio di Paluzza, come in quella di Somplago, due gruppi di cogenerazione per la produzione di energia elettrica e termica da fonte fossile qual è il metano. Ciò senza alcuna interlocuzione con le comunità locali come se la valle fosse una colonia a piena disposizione degli interessi della SIOT, in barba alla transizione ecologica, alla salute degli abitanti della Valle del But, alla necessità di svincolarsi dalla dipendenza del metano russo.
L’installazione di tali generatori con due camini di 15 e di 16 metri fumanti 24 ore su 24 e inquinanti l’aria della valle rappresenta uno schiaffo a quella civile cultura energetica degli abitanti della valle che l’hanno mantenuta pulita e che trova la sua sintesi nella storia e nel presente della SECAB. Uno schiaffo anche alla vocazione turistica del comprensorio.
Per contrastare questo progetto si svolgerà a Paluzza domenica 5 giugno alle ore 14,30 una pacifica manifestazione.
FRANCESCHINO BARAZZUTTI