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Ospedale di Gemona, flash mob dei Comitati: “Situazione inaccettabile e vergognosa”

“Il Punto di Primo Intervento del San Michele, chiuso dal 20 Ottobre 2020, nonostante le promesse di riapertura dell’Assessore alla Salute Riccardi, poi smentite dal Direttore Generale Asufc, Caporale, rimane desolatamente chiuso, fino a quando verrà trovato il personale necessario. Chi di dovere dovrebbe però dirci perchè non viene riportato a Gemona il personale che vi operava fino alla sua chiusura e oggi assegnato altrove”.

Così i Comitati gemonesi a difesa dell’Ospedale scendono di nuovo in piazza Rodolone con un flash mob oggi, 3 settembre, alle ore 10.00 davanti al nosocomio, per protestare contro una situazione sanitaria del Gemonese, che definiscono “inaccettabile e vergognosa”, invitando la popolazione a unirsi a loro, per rivendicare “il legittimo diritto alla salute, oggi molto carente nel territorio”.

“Abbiamo anche segnalato alla Magistratura con un esposto le gravi carenze sanitarie del Gemonese, ( PPI chiuso, Guardia Medica spesso assente, medico notturno non più presente nel Dip e Suap, l’elisoccorso che atterra nei prati in mancanza dell’a prevista elipiazzola, ecc ), ma purtroppo la politica locale a tutti i livelli non ha mai dato segni in merito, mai partecipando ai nostri eventi, evidentemente per non disturbare il Potere udinese e triestino – continuano dai Comitati – Noi chiediamo semplicemente che a Gemona, come negli altri piccoli Ospedali di Cividale, Maniago e Sacile, venga applicato un articolo del Decreto Balduzzi del 2015 ( Governo Monti ), che permette la sopravvivenza dei piccoli Ospedali periferici, situati in zone montane e pedemontane, disagiate o lontane da altri Nosocomi. Sul reparto di riabilitazione neurologica e cardiologica promessa, stendiamo un velo pietoso, visto che dovrebbe occupare circa 50 persone, di cui 8 medici, una trentina fra infermieri e Oss, oltre a fisioterapisti e altre figure professionali, mentre il Gervasutta lamenta carenze di organico. Invece la risposta regionale per Gemona vuole essere un Ospedale di Comunità, ovvero piu’ o meno l’attuale RSA e la Casa della Comunità, riedizione degli attuali CAP, frutto della riforma Serracchiani, pesantemente contestati dal CentroDestra quando era all’opposizione. Costose scatole vuote, volute dall’attuale Ministero della Salute, destinate a rimanere tali per evidenti carenze di personale medico e infermieristico, ma sbandierate assieme a milionate a pioggia come panacea per risolvere l’annoso problema della sanità territoriale” concludono dal comitato.

All’evento saranno presenti anche i rappresentanti dei Comitati di Cividale, Maniago e Sacile, che con Gemona hanno dato vita a un Coordinamento regionale.