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Patto Stato-Regione, il FVG risparmierà 2 miliardi nei prossimi 5 anni

La Regione è pronta a firmare un nuovo patto di finanza pubblica con il Governo che consentirà, nei prossimi cinque anni, di risparmiare oltre 2 miliardi di euro, iniettando di fatto nuove e consistenti risorse nel bilancio del Friuli Venezia Giulia.

È questo il risultato della lunga e complessa trattativa con lo Stato che il governatore Massimiliano Fedriga ha anticipato al Consiglio regionale, durante la seduta antimeridiana presieduta da Piero Mauro Zanin. Un’informativa che è sfociata in un ordine del giorno, approvato all’unanimità dall’Aula, che autorizza il presidente a stipulare l’accordo e ribadisce la centralità dell’Assemblea legislativa, come hanno sottolineato il presidente Zanin e numerosi altri consiglieri nel corso del dibattito successivo all’intervento di Fedriga. In premessa, il presidente della Regione ha ricordato il progressivo lievitare della compartecipazione al saldo di finanza pubblica negli ultimi dieci anni: se nel 2011 il Fvg aveva dovuto versare 370 milioni, già nell’anno successivo la cifra era salita a 686 milioni, per arrivare a 966 milioni nel 2014 e 945 nel 2015. E se è vero che nel 2019 la giunta Fedriga era riuscita a contenere il saldo (686 milioni), la partita finanziaria restava pericolosamente aperta.

“La posizione di partenza del Ministero dell’Economia e delle Finanze – ha infatti riferito Fedriga ai consiglieri – prevedeva che dovessimo versare allo Stato 836 milioni ogni anno, per dieci anni”. Una richiesta considerata inaccettabile non solo per la tenuta dei conti pubblici, ma anche sul piano dello status giuridico della Regione: “Quando il contributo straordinario è troppo elevato – ha spiegato ancora il Governatore – non ci rimette soltanto la capacità finanziaria dell’ente, ma anche la possibilità di esercitare concretamente la nostra autonomia garantendo ai nostri cittadini i servizi sulle materie di nostra diretta competenza come sanità, trasporto pubblico ed enti locali”. “Senza contare – ha aggiunto Fedriga – che nel 2019 lo Stato aveva stabilito con legge ordinaria quanto fossimo tenuti a dare, e questo di fatto annientava l’autonomia della Regione”.

È partito allora un confronto serrato con il Governo, che ha fatto leva anche sulla disparità di trattamento rispetto alle altre Regioni a statuto speciale: “C’è una duplice situazione di squilibrio: da un lato noi abbiamo maggiori competenze rispetto ad altri, dall’altro paghiamo di più: avremmo infatti dovuto erogare ogni anno allo Stato il 13,3 per cento del nostro bilancio, mentre tutte le altre Regioni autonome sono sotto il 10 per cento”.

Mesi di trattativa hanno portato a un risultato che Fedriga ha definito “superiore alle migliori aspettative”: il Fvg è riuscito a concordare un patto di durata quinquennale – respingendo la richiesta dello Stato di fissare un contributo perenne – che prevede di versare a Roma 432,70 milioni nel 2022 e nel 2026 e una cifra leggermente superiore nei tre anni intermedi dell’accordo, ovvero 436,70 milioni nel 2023, 2024 e 2025. Il temporaneo rialzo, come ha spiegato il Governatore, è dovuto all’ulteriore patto di finanza pubblica con il Governo che prevede un contributo complessivo di 200 milioni da parte di tutte le regioni italiane, ordinarie e speciali. Il risultato finale, riassunto da Fedriga, è un versamento annuale quasi dimezzato (nel 2022 ci saranno 403,30 milioni in meno da versare rispetto alla proposta dello Stato) e un risparmio in cinque anni di 2 miliardi, 4 milioni e 50 mila euro per le casse regionali, con una percentuale di compartecipazione del Fvg che scende dal 13,3 al 6,74 per cento.

Grande apprezzamento per l’impostazione scelta dal Governatore è stata espressa da Zanin, che ha parlato di “importanti risorse in più per il sistema Regione”. Sullo stesso tenore gli interventi degli altri capigruppo. A Furio Honsell (Gruppo misto-Open) fa piacere che “il Fvg abbia comunque mantenuto il principio di solidarietà nei confronti del resto del Paese” mentre Tiziano Centis (Cittadini) ha ringraziato esplicitamente “per la scelta di coinvolgere il Consiglio regionale”.

Un grazie a Fedriga e all’assessore alle Finanze, Barbara Zilli, è giunto anche da Alessandro Basso (FdI), Mauro Di Bert (Progetto Fvg/Ar) e Giuseppe Nicoli (Forza Italia). Cristian Sergo (M5S) ha ribadito “la proposta di una clausola di salvaguardia che impedisca al Governo di cambiare le carte in tavola”, mentre il capogruppo della Lega, Mauro Bordin, ha parlato di “risultato straordinario, molto più che una boccata d’ossigeno per i conti pubblici, che andrebbe riconosciuto in modo unanime e con orgoglio da tutte le forze politiche. Ed è merito della nuova centralità del Fvg nel Paese, grazie alla presidenza della Conferenza Stato-Regioni assegnata al Governatore Fedriga”.

Massimo Moretuzzo (Patto) e Diego Moretti (Pd) hanno posto i temi paralleli della trattativa con lo Stato sulle compartecipazioni e delle nuove competenze richieste dal Friuli Venezia Giulia. A loro ha risposto Fedriga nella sua breve replica: “Non è questo il momento per la revisione delle compartecipazioni – ha detto il Governatore – perché siamo ancora in pieno periodo Covid e dobbiamo prima stabilizzare il processo delle entrate. Quanto alle nuove competenze, la Paritetica è al lavoro e ha dato l’ok sulla scuola. È ovvio – ha detto ancora Fedriga, rispondendo al dubbio di Moretti – che se arrivassero nuove competenze, come auspichiamo, dovrebbe esserci un aumento delle compartecipazioni per fare fronte alle spese”.