Il Pomponio Amalteo “segregato” tornerà a splendere a Villa Manin
A quarant’anni dal sisma, per chi non c’era o per chi vuole ricordarlo, la mostra ripercorre i momenti dell’emergenza e della solidarietà, dei restauri e della ricostruzione. Questo il senso dell’esposizione “MEMORIE” organizzata in occasione del quarantesimo anniversario del terremoto in Friuli, da Regione Friuli Venezia Giulia, Azienda speciale Villa Manin e Soprintendenza Belle Arti e Paesaggio del Friuli Venezia Giulia.
A cura di Corrado Azzollini e Antonio Giusa – rispettivamente soprintendente del FVG e direttore dell’Azienda speciale di Villa Manin – la mostra, illustrata oggi alla presenza dell’assessore regionale Paolo Panontin, sarà un racconto a più voci, che offre per la prima volta un dialogo espositivo legato al tema della memoria e al recupero del patrimonio culturale “salvato”. Il simbolo sarà l’esposizione del lacunare realizzato dal pittore cinquecentesco Pomponio Amalteo per il soffitto della chiesa di San Giovanni Battista di Gemona. Un tesoro che non era visibile da quarant’anni e che oggi il sindaco della cittadina che fu epicentro del sisma, Paolo Urbani, ha ribadito “sarebbe opportuno fosse ricollocato nella sua città”.
Giusa ha dato conto del percorso espositivo che si snoda in diciannove stanze e sette sezioni: dalla memoria storica, pubblica e privata, con l’esposizione di materiali giornalistici e radio televisivi del tempo, ai documenti cartacei; dalle opere d’arte e agli esempi significativi dei restauri architettonici fino alle opere legate alla solidarietà del mondo dell’arte; ma anche nuovi progetti, dove la memoria è rivisitata in chiave contemporanea, con la proiezione in anteprima di Sopra le macerie, documentario realizzato per l’occasione dal regista Matteo Oleotto, o le opere create in residenza a Villa Manin da artisti nati dopo il 1976 e selezionati da Andrea Bruciati.
La prima sezione La memoria dell’evento, è stata illustrata oggi nel dettaglio dal responsabile della sede Rai per il Friuli Venezia Giulia, Guido Corso. Si tratta di una sezione realizzata in collaborazione con Rai Corporate / Teche Rai, Sede regionale Rai e Messaggero Veneto, media partner della mostra, in cui le stanze si animeranno di memorie sonore, visive e testuali a raccontare i fatti: i filmati dei reporter di allora – Maurizio Calligaris, Paolo Frajese, Giuseppe Marrazzo, Gianni Minà, Fulvio Molinari, Edek Osser, Bruno Vespa – e le prime pagine del Messaggero Veneto con gli editoriali dell’allora direttore Vittorino Meloni. Per l’occasione il Centro di produzioni televisive / Ufficio stampa e comunicazione della Regione ha realizzato un documentario e presenterà anche i più significativi filmati del tempo, girati da Giulio Mauri.
Nella sezione La memoria del restauro viene presentata una selezione di opere a cura delle Soprintendenze Belle Arti e Paesaggio FVG e di quella archivistica, in collaborazione con l’Arcidiocesi di Udine, per testimoniare l’attività di restauro del patrimonio culturale, storico-artistico, architettonico e archivistico, civile ed ecclesiastico, danneggiato dal sisma. In particolare viene data attenzione alle realtà di luoghi come Gemona, Venzone, Colloredo di Monte Albano, attraverso la presentazione dei restauri più importanti e di documenti inediti.
Dalla collaborazione con l’Associazione dei sindaci del terremoto e con l’Istituto regionale per il Patrimonio Culturale (IPAC) del FVG nasce la sezione La memoria della ricostruzionededicata agli interventi dell’Amministrazione regionale sugli edifici di particolare interesse storico (i cosiddetti articoli 8) presenti nella vasta area colpita dal terremoto.
La sezione La memoria del dono è realizzata invece in collaborazione con Casa Cavazzini, Museo d’Arte moderna e contemporanea a Udine, e racconta il vasto movimento di solidarietà che si creò all’indomani del terremoto anche nel mondo dell’arte. Artisti e galleristi statunitensi aderirono, infatti, al FRIAM (Friuli Art and Monument), organizzazione privata che finanziò progetti di recupero di beni culturali friulani distrutti dal sisma. In mostra saranno presenti 34 delle 115 opere d’arte americana conservate a Casa Cavazzini. Un secondo esempio di solidarietà sarà presentato in collaborazione con il Museo d’Arte della Medaglia del Comune di Buja che conserva una collezione di medaglie realizzate da un gruppo di artisti come omaggio al Friuli nel 1976.
Gli studenti della scuola superiore di Gemona ISIS Magrini Marchetti sono i protagonisti invece della sezione La memoria rielaborata: sono loro ad aver realizzato un prodotto ipermediale e alcuni video che rivisitano i luoghi trasformati radicalmente dopo il terremoto. Nella sezione anche l’opera di un gruppo di artisti, provenienti da diverse regioni italiane e europee, nati dopo il 1976.
Connesso ai temi sviluppati nel percorso espositivo e occasione di approfondimento tecnico-scientifico sarà, infine, il convegno Ricostruire la memoria. Il patrimonio culturale del Friuli a quarant’anni dal terremoto, a cura di Corrado Azzollini e Giovanni Carbonara, organizzato dalla Soprintendenza Belle Arti e Paesaggio del Friuli Venezia Giulia l’11 e 12 maggio nell’Auditorium della Regione a Udine.