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Posta a singhiozzo, il Governo stoppa Poste Italiane

 

Dopo la mobilitazione dei parlamentari aderenti all’Intergruppo Parlamentare per lo Sviluppo della Montagna, di numerosi Comuni montani, dell’Uncem e di alcuni settimanali contro il nuovo piano di distribuzione della corrispondenza a giorni alterni nei centri più piccoli e nelle aree montane (erano 26 su 28 quelli coinvolti in Carnia) interviene Palazzo Chigi stoppando Poste Italiane. Rimandato, infatti, il via dopo la fine dell’anno e solo a seguito di una verifica sui volumi reali di corrispondenza che dovrà essere effettuata dall’Autorità Garante delle Comunicazione, con l’obiettivo di evitare disservizi e diminuzione della qualità. Questo il risultato dell’intervento di alcuni giorni fa del Governo, a fronte della richiesta di una presa di posizione da parte dei Deputati dell’Intergruppo parlamentare per lo Sviluppo della Montagna e di numerosi Sindaci italiani, e sulla scorta di proteste arrivate nei giorni scorsi dalle organizzazioni sindacali e anche dai 190 giornali aderenti alla Fisc.

Enrico Borghi
Enrico Borghi

“L’importante comunicazione di Palazzo Chigi, arrivata nei giorni scorsi – spiega l’on. Enrico Borghi, presidente dell’Intergruppo per lo Sviluppo della Montagna e presidente nazionale Uncem – conferma che avevamo ragione quando abbiamo denunciato che il nuovo piano di distribuzione di Poste andava a creare diversi livelli di cittadinanza, penalizzando fortemente chi vive nelle zone rurali e montane. Sarebbe aumentato il divario con chi abita nei centri urbani, dove addirittura la corrispondenza, lettere e giornali, sarebbero arrivati due volte al giorno. Con questa sospensione decisa dal governo, si aprono le prospettive per garantire – dentro il quadro di sbarco in Borsa dell’azienda – quel diritto di cittadinanza fondamentale sancito dalla Costituzione, che esprime l’uguaglianza davanti alla legge di tutti i cittadini, previsto anche dalle norme recenti contenute negli accordi con Poste e nel Servizio postale universale. Tornare indietro rispetto a questi diritti comprometterebbero coesione e sussidiarietà che sono per noi, nel nostro Paese, fondamentali”.

Ivan Buzzi
Ivan Buzzi

Sulla questione interviene anche il Presidente dell’Uncem Friuli Venezia Giulia Ivan Buzzi. “Non si comprende – commenta il Presidente Buzzi – come Poste Italiane stia disattendendo accordi presi anche a livello regionale con l’Amministrazione e le Associazioni rappresentative degli enti locali di Uncem e Anci.  Il mantenimento e l’erogazione di servizi adeguati e di qualità – conclude – sono fondamentali per la coesione delle comunità delle terre alte ed il mantenimento del Servizio Postale universale ha il fine di garantire in tutti i Comuni, senza distinzione, qualità e funzionalità”.

 

IL GIALLO

Proprio nei giorni scorsi sembrava ci si dovesse rassegnare all’idea, dopo l’incontro avuto dal Commissario della Comunità montana della Carnia Lino Not con i vertici di Poste Italiane del Nordest. E alla luce di quanto dichiarato dall’Uncem, lo stesso Not considera il tutto un “abbaglio”: “da quanto ho appreso io dai vertici delle Poste – dichiara – la proroga di cui si parla varrebbe solamente per la consegna dei quotidiani.