Premariacco, terzo giorno di ricerche. Il ministro Musumeci chiede una relazione sui soccorsi – FOTO E VIDEO
“Viviamo con ansia da quando si è diffusa nel pomeriggio di oggi la notizia dei tre giovani travolti dalla piena del fiume Natisone, in provincia di Udine, e dati per dispersi. Speriamo vengano trovati presto sani e salvi. E ringrazio le donne e gli uomini impegnati in queste ore nelle difficili ricerche. Chiederò comunque domani al prefetto una dettagliata relazione sulle primissime attività di soccorso svolte subito dopo l’allarme”. Con queste parole postate sul suo profilo facebook il Ministro con delega alla Protezione Civile Nello Musumeci, cerca chiarezza rispetto alla tragica vicenda dei tre giovani di origine rumena, dispersi da venerdì pomeriggio in comune di Premariacco.
Spetterà dunque al prefetto di Udine, Domenico Lione, aggiornare rispetto a quanto accaduto nell’area del corso d’acqua, sotto il Ponte Romano. Nel frattempo da stamattina all’alba sono riprese le ricerche dei ragazzi, Patrizia, Bianca e Cristian (20, 23 e 25 anni) con un grande dispiegamento di forze tra Vigili del Fuoco, Protezione Civile, forze dell’ordine.
La Procura di Udine ha aperto un fascicolo senza indagati e senza ipotesi di reato. “Dopo l’allarme – ha spiegato il procuratore di Udine Massimo Lia – è stato immediatamente interessato il magistrato di turno. Al momento stiamo attendendo l’esito delle ricerche – ha concluso il procuratore -. Valuteremo la situazione nelle prossime ore alla luce degli sviluppi”.
L’AGGIORNAMENTO DEL SINDACO
“Sono ripartite in maniera massiccia le ricerche, le condizioni meteo oggi e il livello dell’acqua ritengo possano mettere nelle condizioni di operare i sub in maniera costante ed efficace, anche se le correnti che che contraddistinguono il tratto più complesso, Premariacco/ Paderno, sono sempre pericolose anche per i sub più esperti – ha scritto su Facebook il sindaco di Premariacco Michele De Sabata – Tutti sono operativi e credetemi sono tantissime persone. Forza e coraggio Un grazie particolare a tutti i miei colleghi e cittadini/alpini/volontari civici che si sono divisi i compiti di vicinanza ai genitori e in aiuto a tutti i soccorritori, ennesima dimostrazione che siamo una ottima comunità.
P.s. durante la notte abbiamo al 99% individuato l’autore dell’audio (del video dei ragazzi abbracciati, ndr). Se mi leggi chiamami che forse potresti scusarti” ha concluso il primo cittadino.
Dopo quasi 40 ore dalla scomparsa, i soccorritori hanno perso ormai ogni speranza di ritrovare i giovani ancora in vita, ma ovviamente proseguiranno nelle ricerche fino a quando non avranno restituito i loro corpi alle famiglie. I parenti sono giunti ieri mattina sul posto e da allora assistono, muti, alle continue verifiche da parte dei vigili del fuoco e dei tecnici della Protezione civile.
Un precedente di annegamento nel torrente friulano desta, però, inquietudine: un esperto sommozzatore, che morì in zona, fu ritrovato, casualmente, soltanto due anni più tardi. Perché il corso d’acqua presenta numerose forre nelle quali si può restare inesorabilmente impigliati.
LA RICOSTRUZIONE
C’era da festeggiare la riunione familiare di Bianca, da soli tre giorni in Italia per fare visita ai genitori, che non vedeva da molto tempo; per non parlare del ricongiungimento con il fidanzato Cristian, che dopo una sosta in Austria dal fratello si era precipitato in Friuli per poter stare con lei. Un momento di gioia da condividere e immortalare con il telefonino. Ma niente selfie spericolati: avevano scelto come sfondo i colori primaverili del Natisone. Senza fare i conti con il suo terribile lato oscuro. In pochi minuti il torrente, ingrossato a monte da precipitazioni eccezionali, ha iniziato a salire. Niente che sembrasse così tragico. I ragazzi avevano percorso un sentiero che conduce al centro del greto.
Da quella posizione si sono visti sbarrare la strada del ritorno a riva da una prima lingua d’acqua. In quell’istante c’è stata la loro ultima chance di salvezza. “Erano all’asciutto – ricorda l’autista dello scuolabus comunale che transitava sul ponte soprastante – ma già nel panico. Si vedeva che non sapevano cosa fare. Li separava dall’argine soltanto un tratto di un paio di metri d’acqua, fondo al massimo fino all’altezza del loro busto. Non se la sono sentiti di guadare, sono arretrati fino al centro del letto del fiume”. Lì hanno atteso i soccorsi, nell’abbraccio tristemente famoso. Il resto sono lacrime di disperazione dei parenti, assistiti da una psicologa, e l’attesa che una quarantina di tecnici specializzati, tra sommozzatori e fluviali, riescano a recuperare qualcosa di più della borsetta e del telefonino che Patrizia aveva usato per lanciare l’Sos e rinvenuti oggi grazie a un drone dotato di un sistema che capta il segnale dei cellulari. E’ l’unico successo di una giornata mesta in cui l’elenco delle vittime da incidenti fluviali si è allungato di un’unità: oggi è stato trovato il corpo di un pensionato di 67 anni lungo il fiume Guà, nel territorio di Trissino (Vicenza). Era scomparso ieri sera, la sua auto è stata trovata dai Vigili del fuoco vicino al greto del Poscola un torrente di Castelgomberto (Vicenza), che scorreva a livello di guardia, anche in questo caso per le abbondanti precipitazioni.