Gemona, presentati i libri dedicati a Sant’Antonio da Padova
Dopo “Come frati Minori vanno per via”: Antonio di Padova, i Minori e le strade nel Friuli medievale” pubblicato nel 2021, volumetto d’esordio di quella che padre Luciano Bertazzo del Centro Studi Antoniani di Padova ha definito Trilogia Glemonense, sono stati presentati oggi al Palazzo della Regione i due lavori che completano le ricerche storiche e archivistiche sulla presenza francescana e sulla tradizione antoniana a Gemona del Friuli, tutti promossi dall’assessorato alla cultura del Comune sull’onda della progettazione e della successiva inaugurazione del “Cammino di Sant’Antonio da Gemona a Padova”: Thesaurorum diversitas. Reliquie, devozioni e documenti “Antoniani” e “Regesti delle pergamene del convento di Sant’Antonio di Gemona del Friuli”.
“Queste importanti iniziative editoriali – afferma l’assessore alla Cultura Flavia Virilli -, tutte curate dal professor Andrea Tilatti dell’Università di Udine, sono ancora frutto di una collaborazione con l’ateneo friulano e con il Centro Studi Antoniani di Padova che onora questa amministrazione e ben rappresenta la qualità del lavoro finora svolto per indagare, studiare approfondire la presenza dei frati Minori e del Santuario di Sant’Antonio a Gemona. Al professor Andrea Tilatti a padre Luciano Bertazzo, al professor Gian Paolo Gri e a Sebastiano Blancato, che hanno contribuito a questi lavori, va quindi il più sentito grazie da parte della comunità gemonese per essersi spesi con così grande impegno, permettendo a tutti noi di ripercorrere la nostra importante storia attraverso le preziose carte che l’Archivio storico comunale custodisce. Come un profondo grazie va a tutti i soggetti che hanno contribuito alla realizzazione di questi volumi e hanno sostenuto fin da principio il più ampio progetto del Cammino antoniano, ovvero Regione Friuli Venezia Giulia, PromoTurismoFVG, Università di Udine e Frati della Basilica di Padova in primis”.
Si sa che le carte antiche portano con sé tutto il fascino del tempo che, secolo dopo secolo, ha permesso loro di giungere intatte fino a noi. Tuttavia, il messaggio trasmesso da questi documenti, per essere compreso, non può prescindere dall’opera di traduzione e di interpretazione effettuata dagli storici, che in questo caso hanno dato voce alle pregiate pergamene che il comune di Gemona ha raccolto e conservato per centinaia d’anni.
“Ci è sembrato doveroso – sottolinea Virilli -, a quasi un lustro dai primi incontri istituzionali che hanno portato all’inaugurazione del “Cammino di Sant’Antonio da Gemona a Padova”, suggellare con queste pubblicazioni anni di approfondimenti e di ricerche, portando anche a termine la regestazione e programmando la digitalizzazione del notevole fondo archivistico comunale relativo al Convento di Sant’Antonio. Imprescindibile, in questo entusiasmante percorso, l’investimento in cultura della Regione FVG, e in particolare degli assessori Tiziana Gibelli, Barbara Zilli e Sergio Emidio Bini, oltre che la continua collaborazione della comunità dei Frati Minori che custodisce il Santuario gemonese, guidata da fra Giovanni Battista Ronconi. Sono certa che, grazie al lavoro svolto dall’eccellente gruppo di studiosi coordinato dal professor Tilatti, la storia del Convento gemonese e dei frati che lo hanno popolato fin dalle sue origini non smetterà di suscitare dibattiti, stimolare ricerche e, quel che più conta, di costituire radice salda e profonda per la nostra comunità. Non va dimenticato, poi, che questi studi si inseriscono nell’ampia opera di digitalizzazione dei documenti dell’archivio storico comunale che abbiamo da poco avviato, nella consapevolezza che non solo è necessario preservare e presidiare le testimonianze del passato secondo un metodo scientifico ma che, attraverso la fruibilità in digitale di questi documenti, si possono efficacemente favorire studi e scoperte, come quella del dottor Sebastiano Blancato che ha ritrovato online, alla Bodleian Library di Oxford, il manoscritto dal quale Gian Giuseppe Liruti copiò la registrazione della data di dedicazione del Santuario di Sant’Antonio di Gemona, fornendo così probatio “probatissima” del suo primato di più antico luogo al mondo dedicato ad Antonio di Padova”.
“L’edizione dei regesti delle pergamene di Sant’Antonio di Gemona del Friuli – aggiunge Tilatti – amplia e accresce il discorso iniziato nel secondo volume, dedicato a individuare i frammenti del passato, e all’opera dell’erudito settecentesco Gian Giuseppe Liruti. Sebastiano Blancato ha curato sapientemente i regesti in modo da renderli praticabili da un pubblico più esteso di quello specialistico, così da consentire un effettivo dialogo, in presa diretta, con la storia gemonese vista con la lente dei frati di Sant’Antonio. Nel futuro sarà disponibile anche una riproduzione digitale dei documenti, al fine di consentirne una fruizione per gli studiosi esperti. I due strumenti, assieme, si completano e assolvono concretamente alle diverse esigenze della cultura storica, sia dei fruitori di tutti i livelli, sia degli enti incaricati della conservazione e della tutela. Si tratta di una pratica esemplare di utilizzo delle pubbliche risorse, in sintonia tra l’Amministrazione comunale di Gemona, la comunità dei frati Minori del santuario di Sant’Antonio, il Centro Studi Antoniani e la comunità della Basilica del Santo di Padova, la Regione Friuli Venezia Giulia e PromoTurismoFVG, nonché l’Università degli studi di Udine”.
Un impegno, quello compiuto dall’amministrazione gemonese per la diffusione della cultura e della storia locali, che ha consolidato la collaborazione con il Santuario gemonese, dal cui guardiano, padre Ronconi, giunge una riflessione proprio nel giorno nel quale si ricordano gli inizi dell’Ordine francescano: “Francesco d’Assisi e coloro che lo seguirono trasformarono la società del tempo, con una freschezza che continua ancora oggi e di cui abbiamo bisogno. Godiamo di innumerevoli cose, di comodità che alleggeriscono l’esistenza. Difficile però incontrare una persona con lo sguardo felice o, almeno, sereno. Il bel tempo antico non è mai esistito, ogni epoca ha visto problematiche da risolvere, ma nel passato la gente viveva in modo più semplice e solidale, più serena di ora. Per conoscere un poco del tempo passato noi frati francescani mettiamo a disposizione la conoscenza degli ex voto presenti nel Santuario di Sant’Antonio. Documenti di storia e di costume, monumenti di fede. Finestra su un passato di gente semplice che ci ha trasmesso la vita”.