Presentato a Gemona il Patto di comunità per il benessere digitale
“Una buona pratica che può fungere come esempio da replicare in altre comunità del Friuli Venezia Giulia, frutto di un eccellente lavoro di squadra tra amministrazione pubblica, famiglie e associazioni locali, allo scopo di educare i giovani al corretto uso dei vari dispositivi tecnologici”.
Così l’assessore regionale alle Finanze, Barbara Zilli, ha definito il patto di comunità per il benessere digitale presentato al teatro sociale di Gemona del Friuli. Il progetto è nato da una proposta di alleanza territoriale a cui hanno aderito gli istituti scolastici, le associazioni dei genitori, i servizi sociali e le Amministrazioni comunali di Gemona, Artegna e Montenars. L’iniziativa ha portato all’attivazione di un tavolo di progettazione partecipato allo scopo di definire regole e obiettivi comuni e un programma di attività per scongiurare i pericoli derivanti da un uso non corretto delle varie tecnologie digitali. La proposta si sostanzia in 5 regole base che i genitori dovrebbero rispettare per la consegna degli smartphone ai figli, nonché di 5 presupposti condivisi sul tema del benessere digitale.
Alla presenza del sindaco di Gemona, Roberto Revelant, e di numerosi altri rappresentanti istituzionali, l’assessore regionale ha evidenziato il ruolo che una comunità unita può avere nel dare significato e rendere funzionale questo tipo di progetto. “Gli obiettivi prefissati dal patto di comunità per il benessere digitale – ha detto Zilli – non possono essere raggiunti con il solo impegno delle famiglie e delle scuole, nonostante il loro apporto sia di fondamentale importanza. A loro si deve accostare anche la comunità in senso lato, composta da quel fitto reticolo di associazioni e istituzioni che facciano squadra e forniscano il proprio supporto agli attori protagonisti. In questo caso, l’aiuto convinto dei tre Comuni di Gemona, Artegna e Montenars si è rivelato vincente, dando ancora più peso all’intera attività”.
Zilli, infine, ha auspicato che una così importante iniziativa possa essere replicata anche in altre zone del nostro territorio. “Anche la Regione – ha evidenziato l’assessore – deve essere parte attiva in questo processo, dando il proprio sostegno al fine di diffondere una buona pratica che può trovare applicazione anche in altre comunità del Friuli Venezia Giulia. Non va infatti dimenticato il valore di questi progetti, messi in campo allo scopo di spronare i giovani a essere più proattivi, facendoli uscire dall’isolamento che possono creare i diversi dispositivi utilizzati spesso in modo improprio”.