Presentato a Tarcento il libro sulla caduta di Monte Maggiore
“Con questa pubblicazione il Consiglio regionale continua la politica a sostegno di case editrici locali e di studiosi del territorio del nostro Fvg. Libri che raccontano avvenimenti che ricoprono una notevole importanza per quanto riguarda i riferimenti storici e culturali della nostra regione, ma che non avendo un mercato ampio rischierebbero, senza il sostegno del Consiglio regionale, di non essere pubblicati con la conseguenza di perdere, nel tempo, memorie e testimonianze”.
Queste le parole del presidente del Consiglio regionale, Piero Mauro Zanin, intervenuto alla presentazione del libro La caduta di Monte Maggiore tenutasi a Tarcento alla presenza di Mauro Steccati, sindaco e presidente della Comunità di Montagna del Natisone e Torre, Paolo Gaspari, editore e storico, Andrea Vazzaz, autore del libro, Zdravko Likar, fondatore del Museo di Caporetto e presidente della Fondazione Poti Miru e Alan Cescutti, sindaco di Taipana”.
Il libro si incentra sulla storia dei nonni dell’autore che vivevano a Monteaperta e Taipana, due paesi pesantemente coinvolti dalla Grande Guerra soffermandosi, in particolare, sull’ottobre del 1917 con la battaglia di Caporetto. Una guerra che riecheggia ancora ai giorni nostri e che ha impegnato Vazzaz in ricerche durate 20 anni, con approfondimenti sulle vicende tattiche che hanno coinvolto il Monte Maggiore nelle operazioni della 12esima battaglia dell’Isonzo. La difesa del Monte Maggiore, infatti, è uno dei principali scontri della ritirata di Caporetto nel settore montano. “In questo caso – ha proseguito Zanin – parliamo di una società editrice Gaspari che, da anni, indaga con diverse pubblicazioni sulla Prima Guerra mondiale e che, con questo libro, tratta nello specifico della caduta del Monte Maggiore e della Ritirata di Caporetto, evento che ha segnato successivamente anche altre zone del Friuli come Pozzuolo, Flambro e Codroipo. Un libro ben documentato, punto di riferimento imprescindibile per chi vuole conoscere realmente gli avvenimenti della disfatta di Caporetto. Dal testo, infatti, emergono le responsabilità della linea di comando dell’esercito italiano che aveva ancora una concezione rinascimentale della guerra, di posizionamento e disciplina gerachica – conclude Zanin – con una prima iniziativa di guerra di movimento avvenuta proprio a Caporetto”.
“Grazie alle puntuali e attente ricerche dell’autore con diari e testimonianze – ha commentato Steccati – siamo venuti a conoscenza di episodi storici, ai più sconosciuti, che riguardano il nostro territorio. L’occupazione di Monte Maggiore da parte delle truppe austro – ungariche è una di quelle pagine di storia che ora può andare ad aggiungersi al complesso mosaico riguardante la Grande Guerra, la battaglia di Caporetto e la zona montana. Uno scontro – conclude Steccati – in cui persero la vita oltre 600 mila soldati, molti giovani, che abbiamo onorato negli ultimi quattro anni con le commemorazioni per il centenario della Prima Guerra, contattando e consegnando ai loro discendenti delle medaglie per non dimenticare l’impegno e il sacrificio dei loro cari”.